Politica

Candidatura Zagni, critica anche Cremona in Movimento 'Ridotti a bigio firma'

Dopo l’intervento di Maria Vittoria Ceraso, ecco il documento della lista ‘Cremona in Movimento’ guidata da Francesco Bordi. Anche da questa lista civica arrivano perplessità sul metodo adottato al tavolo del centrodestra, ridotto a un semplice “ci stai o no su Zagni” anziché una discussione vera su una rosa di nomi. ‘Cremona in Movimento’ rivendica il ruolo delle liste civiche nella coalizione di centrodestra come aggiunta di persone e idee. Nell’incontro di mercoledì sera, ricordano ancora gli aderenti alla lista civica “siamo stati mortificati al ruolo di ‘bigio firma’”.

Ecco il documento di ‘Cremona in Movimento’ che ha come capolista Bordi.

L’ordine del giorno della riunione di mercoledì scorso diffuso dal segretario provinciale della Lega, Fabio Grassani, riportava due punti: candidature (al plurale) e accordo sul programma. Con sorpresa e incredulità abbiamo invece assistito a tutt’altro. Gli esponenti della Lega e di una parte di FI hanno chiaramente detto ai rappresentanti di “Cremona in Movimento” di Francesco Bordi, Fratelli d’Italia, Energia per l’Italia, la neonata “Lombardia ideale”, assente giustificata la Lista Ceraso, che la convocazione era finalizzata a dire sì o no alla candidatura unica espressa dalla Lega e appoggiata da parte di Forza Italia. Ciò che ci avevano detto pochi giorni prima sulla necessità di attendere per comprendere la composizione dello scacchiere delle candidature negli altri capoluoghi lombardi pare non valga più. O forse era necessario stringere i tempi proprio per giungere a quel momento con un determinato scenario delineato? Non è dato sapere.

Ci siamo trovati di fronte a una ratifica, una presa d’atto, che non tiene in nessuna considerazione la dignità delle altre Liste, annulla ogni ruolo propositivo, certifica la rinuncia a ogni contributo politico in termine di persone ed idee e, in assenza di ogni accenno al programma elettorale, le riduce e mortifica al ruolo di “bigio firma” riferito solo ed esclusivamente a un nome (peraltro di persona degna e rispettabile) e pone davanti al bivio: prendere o lasciare.

Inaccettabili sono i modi, i tempi, i metodi già visti nella prima Repubblica che taluni hanno intensamente vissuto. La politica è tale se prefigura il nuovo, se non lo fa – peggio se nemmeno ci prova – e non pone al centro Cremona i suoi problemi, i cittadini, non è politica. E per fortuna il documento firmato dai maggiori partiti del centro destra cremonese, componente europea inclusa, terminava annunciando di voler “aprire il confronto con le forze della società civile che intendono giocare un ruolo attivo nella prossima sfida elettorale.

Le liste civiche di centro destra non sono comprimari, non sono esecutori di direttive superiori. Hanno idee, uomini e donne, una identità propria da condividere, non da imporre, ma senza la dignità, l’identità viene cancellata. E la dignità non è negoziabile. Almeno per la nostra lista che, con amarezza, può solo prendere atto della situazione, proseguendo a lavorare ad un progetto di città che, partendo da valori basilari ineludibili, offra ai cremonesi una possibilità, una proposta programmatica, un’idea, una prospettiva, camminando insieme a coloro che con entusiasmo saranno disposti a rimboccarsi le maniche. Noi andiamo avanti. A testa alta, con orgoglio e senza presunzione e arroganza: ce n’è già a sufficienza. Mutuando Ennio Flaiano, potremmo dire che a Cremona, per quanto concerne il centro destra, “la situazione è grave, ma non è seria”.

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