Cronaca

Influenza, è arrivato il picco: sul territorio a letto oltre 4mila persone

Il picco dell’influenza sembra essere ormai arrivato: se a sabato scorso il numero dei casi aveva sfiorato i 3.600mila, con 700mila nuovi malati solo nell’ultima settimana, l’ultimo dato parla di 4.478.000 malati con 832mila segnalazioni di malattia nell’ultima settimana. Questi i dati che emergono dal nuovo bollettino di sorveglianza epidemiologica Influnet, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

“Si tratta di un’epidemia molto intensa, rispetto ai dati degli ultimi 15 anni: per ora è al 4º posto per numero di casi, ma non è ancora finita” spiega il dottor Angelo Pan, direttore dell’unità operativa di Malattie Infettive dell’Ospedale di Cremona. “L’incidenza, a Cremona e in Lombardia, è in linea con quella nazionale, con circa 13,8 casi ogni mille assistiti (questo significa che si sono ammalate oltre 4mila persone), mentre vi sono Regioni messe decisamente peggio, come quelle del centro italia: 23/1000 casi nelle Marche, 16/1000 nel Lazio, 27/1000 in Calabria”.

La mortalità è invece stabile rispetto agli anni scorsi: sono 39 i decessi provocati dalle complicanze dell’influenza. “Aumenta invece l’incidenza dei casi gravi, anche qui nel nostro presidio, rispetto agli anni scorsi” continua Pan. “Sono soprattutto le persone molto anziane a venire colpite, in quanto vengono peggiorate patologie già in essere e l’influenza è la goccia che fa traboccare il vaso”. Nell’ultima settimana a livello nazionale sono stati 191 i casi gravi registrati che hanno richiesto terapia intensiva in ospedale.

“Si tratta di un’influenza da virus H1N1 nel 58% dei casi e da virus H3N2 nel 32% dei casi. I sintomi sono soprattutto respiratori e portano con sé febbri molto alte” spiega ancora il medico. La vaccinazione rimane il principale strumento di protezione dal virus influenzale. “L’efficacia del vaccino è discreta, in quanto per l’influenza non si riescono a fare vaccini efficaci come per altre malattie” spiega Pan. “Tuttavia è sempre il modo migliore per essere protetti, e le persone a rischio vanno assolutamente vaccinate”. I numeri palano chiaro: “il 77% dei casi gravi si è presentato tra chi aveva una patologia di base, così come l”82% dei morti. E l’84% di queste persone non era stato vaccinato”.

LaBos

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