Cronaca

Comm. Paesaggio, l'appello: 'Introiti no unico criterio per autorizzare supermercati'

E’ un appello alla cautela quello che lancia il presidente della commissione Paesaggio Massimo Terzi all’indirizzo dell’Amministrazione comunale, affinchè gli ultimi quattro mesi di mandato non vedano il via libera indiscriminato a progetti di medie e grandi distribuzioni commerciali che non rispettino il contesto urbanistico cremonese. Dopodomani in Ufficio di presidenza si parlerà di cambio d’uso a fini commerciali di un’area produttiva (la Maschio – Feraboli in fregio alla tangenziale); a due passi da lì sta andando avanti l’iter per il nuovo Lidl sull’ex Armaguerra, su cui la commissione Paesaggio ha già espresso almeno due bocciature e i cui progettisti starebbero per produrre una nuova soluzione; in via Postumia la stessa Commissione aveva detto no a due medie distribuzioni in prossimità della rotonda del Cascinetto e la Giunta ha dato comunque il via libera. Ora che l’amministrazione sta per scadere, Terzi – in passato proprio assessore all’Urbanistica – esprime la “preoccupazione che il Comune, nella comprensibile necessità di introitare oneri, possa non valutare attentamente gli effetti sul tessuto urbano di fabbricati commerciali standardizzati, che nulla hanno a che fare con il contesto in cui sono inseriti, ma puntano solo ad una immediata identificazione da parte della clientela. Conosco bene i meccanismi di un’amministrazione comunale, so che alcune aree dismesse non potranno essere recuperate se non con investimenti da parte di operatori commerciali. Ma nell’autorizzarli, si cerchi di avere quel rispetto per il tessuto urbano che meritano, sia in centro che nelle periferie.

“Il ruolo delle aree commerciali – continua Terzi – che piaccia o no è diventato quello che una volta era delle tradizionali piazze dei centri storici. Per questo non devono essere svilite con edificazioni tutte uguali a se stesse e senza rapporto con l’esistente che caratterizza la città. Un contesto curato, che unisca passato e presente, che adatti l’esistente a nuove funzioni, serve anche a rafforzare  i legami tra le persone, le esperienze di socializzazione, a dare un senso di appartenenza ad una comunità. Ricordiamoci che la bellezza è uno degli elementi che ci potrà salverà dal degrado”.

Dunque l’appello è a una maggiore collaborazione tra gli uffici che poi materialmente rilasciano le licenze edilizie e una commissione composta da professionisti, solo consultiva ma il cui parere, visto che è obbligatorio, conterà pure qualcosa. “L’ultima cosa che vorrei – conclude Terzi – è che tutto ciò venisse interpretato come un voler piantar grane all’amministrazione. Non vogliamo imporre inutili lacciuoli, ma salvaguardare un’idea di città in cui non tutto venga sacrificato per la necessità di fare cassa”. g.biagi

Terzi (a sinistra) durante una giornata del Fai presso l’ex magazzino carri del complesso di S.Monica

 

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