Cronaca

Campagna anti-discriminazione: coppia gay si mette in gioco, manifesto anche a Cremona

Non si fanno fermare dagli insulti e dalle minacce e vanno avanti con la propria campagna anti-discriminazione: il cremonese da parte di madre Giorgio Dondes e il compagno Sergio Sormani, insieme da 27 anni e uniti come coppia civile da cinque mesi, da diverse settimane sono infatti protagonisti di locandine appese in varie città d’Italia, e che appariranno anche a Cremona, in zona stazione, proprio in questi giorni.

Il manifesto fa il verso a quello diramato lo scorso ottobre dalle associazioni ProVita e Generazione Famiglia, contro la fecondazione assistita, in cui si vede una coppia di uomini con un bambino nel carrello e la frase “due uomini non fanno una madre”. Quello di Dondes e Sormani ritrae invece la coppia gay con dei palloni nel carrello e la frase “due palle non fanno un etero”. Una protesta che è stata sostenuta da un anonimo mecenate, ma che alla coppia è valsa una valanga di insulti, anche molto pesanti, nonché minacce feroci sui social.

“Quando a ottobre abbiamo visto a Roma i manifesti ci siamo risentiti e arrabbiati” racconta Dondes, la cui madre vive ancora a Cremona. Personalmente non siamo a favore della fecondazione assistita, ed è per questo che vedere i manifesti con due uomini e un bimbo nel carrello, quando poi in realtà la maternità surrogata è al 90% appannaggio di eterosessuali, fa pensare a una malafede da parte delle associazioni che hanno realizzato la campagna. Più che occuparsi dei diritti dei bambini sembra si occupino di lottare contro i diritti delle coppie omosessuali. Come ho detto, noi siamo contro la pratica della maternità surrogata, non tanto dal punto di vista etico, ma perché siamo convinti che si dovrebbe semplificare il meccanismo delle adozioni, piuttosto, visto che ci sono tanti bambini senza famiglia”.

Il disappunto ha così fatto scattare la protesta: prima un video, che in pochi giorni ha fatto oltre 150mila visualizzazioni, successivamente “una controcampagna, non solo contro i manifesti di ProVita, ma anche contro l’ipocrisia che sta intorno a questi temi” spiega Dondes. “Quello che vogliamo sottolineare è quanto sia sbagliato pensare che debba esserci una competizione tra etero e gay. Ancora oggi ci sono ragazzi gay che ancora oggi vede l’omosessualità come qualcosa di sbagliato e altri che meditano il suicidio perché non si accettano. Oppure finiscono per sposarsi con una donna solo per antenere le apparenze. Ma anche manifestazioni come il Gay Pride ci sembrano sbagliate: credo che oggi mandino un messaggio fuorviante, diventando controproducenti”.

LA LOCANDINA DI PRO VITA E QUELLA DELLA COPPIA

LaBos

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