Lettere

Registro Testamento
Biologico, solo 5-10
iscritti all'anno

da Maria Vittoria Ceraso - capo gruppo Obiettivo Cremona

C’è voluto quasi un anno dall’entrata in vigore della legge 22 dicembre 2017, n. 219 sul Testamento Biologico e dalla Circolare esplicativa del Ministero n. 1/2018 perché si riunisse la Commissione Trasparenza del Comune per recepire la suddetta normativa, sostituendo in toto il Regolamento comunale adottato dal Consiglio nel novembre 2015 con un nuovo Regolamento aderente alla normativa nazionale che sarà approvato nel prossimo Consiglio Comunale.

Si è di fatto avverato ciò che avevo più volte fatto presente sia in Commissione, durante i lavori per la redazione del Regolamento, sia in Consiglio Comunale, quando ho affermato l’inutilità dell’adozione dello stesso su una materia per la quale il Comune non aveva alcuna competenza a legiferare e sulla quale era già in atto un dibattito in Parlamento. Ma questa Amministrazione, recependo un’istanza dei 5 Stelle, ci teneva a portare a casa un tema molto caro alla componente più a sinistra della Giunta che ha trascinato con sé anche l’ala cattolica, compreso il Sindaco. Il tutto con il plauso del PD la cui segreteria cittadina, sottolineava come l’approvazione del Regolamento in Consiglio segnasse un passaggio importante per Cremona e rappresentasse una risposta concreta alle istanze di molti cremonesi.

Per avere un’idea di quanto l’istituzione del Registro del Testamento Biologico abbia davvero impattato sulla nostra città ho chiesto ieri in Commissione all’Assessore Viola, dal novembre 2015 quanti cittadini cremonesi fossero corsi a depositare le loro DAT in Comune e la risposta è stata 5-10 testamenti per anno salvo nel 2018, a seguito dell’entrata in vigore della nuova legge, dove a settembre si contano depositati 162 testamenti.

Considerando che a Cremona i cittadini residenti, maggiori di 18 anni di età che potenzialmente potrebbero depositare il testamento biologico sono circa 60.000, significa che meno dell’1% di essi ha ritenuto necessario ricorrere alla suddetta procedura dimostrando come l’adozione di un Registro, per di più in assenza di una legge nazionale di riferimento, fosse una questione tutta politica ed ideologica di questa Amministrazione che ancora una volta si è dimostrata lontana dai veri bisogni dei cittadini sui quali sarebbe stato più opportuno e necessario avviare discussioni in commissioni e adottare atti in Consiglio sulle materie di competenza comunale.

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