Cronaca

Débâcle commercio, 131 negozi chiusi sul territorio: Cremona risultato peggiore di Lombardia

Sono ben 131 le attività commerciali in provincia di Cremona che tra il 2017 e il 2018 hanno abbassato le serrande. In termini percentuali, una perdita per il tessuto socio economico territoriale pari a -3,29%. Il risultato peggiore di tutta la Lombardia. A dirlo è il report di Confesercenti, che traccia un quadro decisamente desolante del comparto commerciale del territorio.

Spiacca in particolare la situazione del capoluogo, dove in 12 mesi hanno chiuso complessivamente 70 imprese, tra alimentari, non alimentari e merceologia mista.

A soffrire di più sono i negozi di vicinato: se nel 2017 erano 3.645 nel 2018 sono rimasti in 3.512, con una percentuale negativa di 3,65% che posiziona il territorio cremonese all’ultimo posto di una virtuale classifica regionale capeggiata da Varese che registra invece un saldo positivo del 2,77%.

Questi i principali dati emersi dalla “Rilevazione del commercio al dettaglio in sede fissa nei comuni lombardi” relativa agli anni 2017, 2016 e 2007 comparati al 2018 realizzata da Confesercenti Lombardia sulla base dei dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio.

Complessivamente il territorio cremonese è passato da 3.979 attività a 3.848, pari al -3,29% in un anno e a -8,75% se si guarda al 2007. I negozi di vicinato erano 3.645 nel 2017 e 3.512 censiti quest’anno con un’incidenza del -3,65% e del -9,67% rispetto a dieci anni fa. Tengono e crescono le medie strutture di vendita: 324 nel 2018, 323 del 2017, 310 nel 2016 e le 316 nel 2007. Quasi del tutto inalterato lo scenario delle grandi strutture di vendita: 12 nel 2018, 11 nel 2017 e 2016, 13 nel 2007. per un totale di 70.442 metri quadrati di superficie.

Nel capoluogo, in un anno si è passati da 1.156 attività a 1.086, perdendo 70 attività commerciali, delle quali 27 di merceologia mista, 35 non alimentari, 8 alimentari. Guardando indietro al 2007, in dieci anni sono sparite 101 aziende.

A livello regionale il numero di attività commerciali in sede fissa di piccola, media e grande superficie è passato da 121.953 registrate nel 2017 a 122.234 censite nel 2018, registrando un timo +0,23%. Ottima la performance di Varese con 368 aperture in più pari al +3,51%, seguita a breve distanza da Milano con un’incidenza del +2,37%. Seguono saldi negativi in ogni provincia: Como e Pavia (-0,15%), Sondrio (-0,38%), Mantova (-0,80%), Monza Brianza (-1,22%), Lecco (-1,26%), Brescia (-1,62%), Lodi (- 2,06%), Bergamo (-2,57%), Cremona (-3,29%).

Sono le piccole realtà a soffrire di più e ad incidere sui saldi negativi: a livello regionale hanno spento le luci 392 negozi di vicinato, 43 medie strutture di vendita e solo una grande struttura di vendita.

“I dati descrivo uno scenario che spaventa ma occorre rispondere con energia” afferma Agostino Boschiroli, presidente di Confesercenti della Lombardia Orientale sede di Cremona. “I dati infatti servono a prendere atto di un problema e a trovare soluzioni concrete. Da un punto di vista analitico la situazione che stanno vivendo il territorio cremonese e Cremona è frutto di una serie di concause. C’è l’aspetto della crisi più volte sviscerato in questi anni, c’è l’aspetto di un cambiamento epocale nei consumi e nelle modalità di vendita e di acquisto con l’e-commerce che sta prendendo il sopravvento, e poi c’è l’evidenza di un isolamento che in questi anni si è accentuato.

Cremona manca di infrastrutture e quelle esistenti non sono state potenziate. Forse, se in passato si fosse investito di più su questo fronte non registreremmo numeri così negativi. Come Confesercenti chiediamo per l’ennesima volta che la politica scenda in campo con progettualità a lungo termine. In quanto agli altri attori in gioco, come le associazioni di categoria, occorre un gioco di squadra superando gli individualismi. Infine, gli operatori devono rendersi conto che siamo di fronte ad uno spartiacque tra due generazioni di commercianti: il futuro del commercio al dettaglio e dei negozi di vicinato passa attraverso un’alta specializzazione e qualità del servizio”.

“E’ ormai evidente che Cremona risulti tagliata fuori dalle principali direttrici” concorda il direttore Giorgio Bonoli. “La città in particolare soffre l’isolamento che in questi anni non è stato adeguatamente contrastato. A questo si aggiunge il fatto che siamo in una realtà dove esiste uno dei più alti tassi di metri quadrati pro capite di grande distribuzione. Il tutto unito alla potenza dell’e-commerce ormai presente su ogni genere merceologico. Dinamiche che alla lunga hanno influito negativamente sul tessuto economico, colpendo in particolare i negozi di vicinato. Come Confesercenti continuiamo a chiedere misure adeguate e azioni politiche concrete che possano contribuire a rendere più accessibile il centro (viabilità, parcheggi e sosta) così come chiedono gli stessi cittadini-consumatori”.

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