Cronaca

Popolazione in calo e sempre più anziana, ma aumentano gli stranieri

La popolazione provinciale nel 2017 è lievemente diminuita, con un totale di 358.512 residenti, -876 persone rispetto all’anno precedente. Tutto questo, a fronte di un incremento della popolazione anziana, che rappresenta il 24% del totale. Ma soprattutto, rispetto allo scorso anno, è aumentato l’indice di vecchiaia: da 182 è passato a 186; l’Indice di Ricambio della popolazione attiva (IR), che è dato dal rapporto tra coloro che presumibilmente dovrebbero uscire dal mercato del lavoro e coloro che vorrebbero entrarvi, nella nostra provincia è pari a 141, ovvero, su 100 persone di età 15-19 che vorrebbero entrare nel mercato del lavoro ve ne sono 141 di età 60-64 che dovrebbero uscirne. I dati sono contenuti nel Rapporto sulla popolazione residente nei comuni della provincia di Cremona che ha fotografato la situazione a fine 2017.

La popolazione residente – Al 31 dicembre 2017 la popolazione provinciale era pari a 358.512 unità: 176.214 maschi (49%) e 182.298 femmine (51%). I comuni con più abitanti erano: Cremona (72.077), Crema (34.264), Casalmaggiore (15.425), Castelleone (9.472), Pandino (9.035), Soresina (8.915), Rivolta d’Adda (8.140), Soncino (7.648), Spino d’Adda (6.873), Pizzighettone (6.465), Offanengo (6.031), Castelverde (5.685), Bagnolo Cremasco (4.877), Vailate (4.542), Vescovato (3.938). Quelli con meno abitanti sono invece: Castelvisconti (284), Derovere (303), Voltido (347), Cappella de’ Picenardi (410), Ca’ d’Andrea (424), San Martino del Lago (426), Ticengo (431), Cumignano sul Naviglio (450), Castel Gabbiano (457), Torlino Vimercati (475), Tornata (478), Volongo (499), Cella Dati (511), Ripalta Guerina (532) e Casaletto di Sopra (540).

Gli stranieri – Sul fronte degli stranieri residenti in provincia, sono complessivamente 41.248 (+89 rispetto al 2016). Oltre 1/4 di questi è di nazionalità rumena (11.498 persone, il 28%), seguono i cittadini di nazionalità indiana (6.455 unità, il 16%), marocchina (4.206 unità,il 10%) ed albanese (3.298 unità, l’8%). Inoltre si osserva che 30.919 stranieri, ovvero il 75%, è in età da lavoro (tra 15 e 64 anni).

Da una prima analisi risulta che Cremona, il comune più grande, ospita il maggior numero di cittadini stranieri: 10.899. Seguono Crema e Casalmaggiore, con 3.839 e 2.523, seguiti da Soresina (1.729), Castelleone (1.051), Pandino (1.031) e Rivolta d’Adda (937). La situazione cambia se si considera l’incidenza percentuale degli stranieri sui residenti. Ai primi posti si trovano infatti paesi piccoli come Casteldidone, Corte de’ Cortesi e Bordolano in cui gli stranieri sono il 20% della popolazione totale, seguiti da Soresina e da Cappella de’ Picenardi col 19% e 18%. Nei comuni più grossi l’incidenza percentuale degli stranieri sui residenti è invece minore: a Cremona raggiunge il 15%, a Crema l’11% e a Casalmaggiore il 16%. Sul territorio provinciale, un quarto degli stranieri residenti è di nazionalità rumena (11.498 persone, il 28%). Seguono i cittadini di nazionalità indiana (6.455 unità, il 16%), marocchina (4.206 unità, il 10%) ed albanese (3.298 unità, l’8%). Di seguito le principali nazionalità degli stranieri residenti.

Nelle città di Cremona e Crema la comunità più numerosa è quella rumena; a Casalmaggiore quella ghanese e, nel gruppo costituito dai restanti comuni, quella indiana, che trova occupazione prevalentemente nel settore agricolo e zootecnico. Raggruppando gli stranieri per continente, risulta che il 31% proviene dall’Unione Europea, il 27% dall’ Africa, il 23% dall’Asia, il 15% da Stati europei non facenti parte dell’Unione Europea e il 4% dall’America. Sono irrilevanti le presenze dall’Oceania (6 persone) e gli apolidi (2)

Lo Stato Civile – Nella ripartizione della popolazione per stato civile, emerge che la maggior parte della popolazione (il 47 %) risulta coniugata, il 42% è celibe /nubile, il 3% è divorziata e l’8% vedova. Considerando separatamente uomini e donne, si hanno situazioni diverse: per gli uomini si equivale la percentuale di coniugati e di celibi (47%), mentre per le donne è uguale la percentuale di coniugate ( 47%), ma sono meno le donne nubili (37%). Si trovano differenze fra i due sessi anche nello stato civile dei separati e dei vedovi: le donne separate sono il 13% mentre gli uomini separati sono il 3%; gli uomini vedovi sono il 3% mentre le donne vedove sono il 13%, ciò anche in virtù del fatto che la speranza di vita alla nascita delle donne è superiore a quella degli uomini (80 anni per gli uomini e 84 per le donne, sia in Italia che in provincia di Cremona).

L’età – Suddividendo la popolazione per classi di età, si ha la seguente situazione: i bambini tra 0 e 14 anni rappresentano il 13% della popolazione, la popolazione cosiddetta “popolazione attiva” tra 15 e 64 anni rappresenta il 63% e i gli anziani (dai 65 anni in su) il 24%. La popolazione di 80 anni e più raggiunge il 7%.

Altri indicatori significativi per rappresentare la struttura demografica della popolazione sono gli indici demografici di Dipendenza Totale, Giovanile e Senile (Idt, Idg, Ids) che hanno una rilevanza di tipo economico-sociale e rapportano il numero di persone che non sono economicamente autonome per ragioni demografiche (gli anziani oltre i 65 anni e i giovani fino ai 14 anni) al numero di persone che si presume debbano sostenerli con la loro attività (popolazione tra i 15 e i 64 anni). Questo valore al 31/12/2017 è pari a 58, ovvero 58 persone su 100 non sono economicamente autonome e quindi presumibilmente inattive. Di queste, 20 sono giovani al di sotto dei 14 anni (Indice di dipendenza giovanile) e 38 anziani al di sopra dei 65 anni (Indice di dipendenza senile).

Il lavoro – Non buona neppure la situazione lavorativa. L’Indice di Ricambio della popolazione attiva (dato dal rapporto tra coloro che presumibilmente dovrebbero uscire dal mercato del lavoro e coloro che vorrebbero entrarvi), nella nostra provincia è infatti pari a 141, ovvero, su 100 persone di età 15-19 che vorrebbero entrare nel mercato del lavoro ve ne sono 141 di età 60-64 che dovrebbero uscirne. Anche in questo caso in Lombardia e in Italia questo indicatore è più basso ed è pari rispettivamente a 129 e 130.

Le famiglie – Per quanto riguarda il bilancio demografico provinciale, si evidenzia nel 2017 un saldo naturale (nati – morti) negativo (-1.459) e un saldo migratorio (iscritti – cancellati) positivo (+583). In particolare, il saldo naturale è reso negativo dalla componente italiana (-2.104) mentre gli stranieri registrano un saldo naturale positivo (+ 645), in quanto il numero dei nati è superiore a quello dei morti. A tal proposito si evidenzia che nel 2017 su 2.601 nati, più di un quarto, il 27%, erano stranieri. Anche l’indice di fertilità totale conferma che donne straniere fanno più figli di quelle italiane: in provincia di Cremona nel 2016 il numero di figli per donna nelle donne straniere era pari a 2,1 mentre nelle donne italiane a 1,16.

 

 

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