30 tele del Premio Cremona tornate a casa: inaugurata la mostra Il Regime dell'Arte
Inaugurata in Pinacoteca del museo civico la mostra Il Regime dell’Arte, rassegna che che ci accompagnerà fino al 24 febbraio 2019, curata da Rodolfo Bona e Vittorio Sgarbi. In mattinata, lo stesso Bona ha condotto una visita guidata per i giornalisti delle testate nazionali, mentre è in corso da mezzogiorno la conferenza stampa. L’allestimento presenta 30 delle oltre 300 tele di artisti più o meno noti, che parteciparono negli anni 1939 -1940 al concorso voluto da Farinacci nella sua città per esaltare i valori ideali del fascismo, al tempo stesso rifiutando quelle forme di avanguardia che anche il nazismo aveva marginalizzato come ‘arte malata’. Quindi: scena di vita nei campi, la mietitura, interni di famiglie intente ad ascoltare il discorso del duce, l’attività fisica delle colonie estive. Ma anche, ad una lettura più attenta, come quella che fa Bona del dipinto – simbolo della mostra, il piccolo ‘Balilla’ di Innocente Salvini, un velato dissenso verso l’omologazione culturale che traspare dalla pastosità del colore da cui è avvolto il bambino a piedi nudi e col braccio alzato, tanto da far passare in secondo piano il soggetto. Oppure, come fa Mario Biazzi nell'”Ascoltazione di un discorso del Duce alla radio”, volti emaciati che ci fissano senza espressione attorno a un tavolo vuoto, mentre a destra nell’angolo fa capolino la testa di Mussolini.
La mostra molto provocatoriamente richiama fin nel titolo la volontà che fu di quell’epoca storica, di irregimentare sia l’arte sia il pensiero, ma è lo stesso Sgarbi a prevenire le critiche e le possibili strumentalizzazioni politiche: “N0n c’è nessuna connivenza politica, la politica non c’entra nulla, c’è una lunga distanza, ormai 75 anni, che ci mette al riparo da ogni rischio. Da qui una mostra impeccabile nella quale i quadri sono quelli giusti”.
“Fin da quando cominciammo a ragionare sull’idea di una mostra sul Premio Cremona mi sembrò che il sindaco fosse subito immediatamente disponibile. La presenza di Rodolfo Bona (impegnato politicamente col Pd; vicepresidente Anpi, ndr) era garanzia di una mostra che fosse di una fedeltà assoluta nel riproporre quello che fu il clima di quell’epoca”. Vedere oggi un quadro in cui una famiglia ascolta un discorso alla radio, nell’epoca degli smartphone – aggiunge Sgarbi – mette al riparo da ogni rischio di propaganda: “Dire che sono antifascista è superfluo, perchè è già aprioristico. Ma se da storico voglio ricostruire quel mondo, lo devo ricostruire fedelmente”.
“Una mostra coraggiosa – il commento del sindaco Galimberti – che scommette sull’intelligenza, sulla conoscenza anche dura di ciò che siamo stati, per una società sempre più radicata nella nostra Costituzione” g.biagi
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