Lettere

Strada sud, Ceraso:
'Referendum negato,
sindaco solo di una parte'

da Maria Vittoria Ceraso

Il Sindaco Galimberti sta dimostrando di non essere il Sindaco di tutti ma solo di chi lo ha votato e quindi condiviso il suo programma elettorale. Sono lontani i tempi del suo discorso di insediamento nel 2014 quando dichiarava che “l’istituzione non è di nessun politico, non è proprietà di chi vince le elezioni ma è solo e unicamente patrimonio della comunità.”

Ignorare un’istanza di Referendum sottoscritta da 3.000 cittadini perché l’oggetto della consultazione non è di suo gradimento dimostra, al contrario, che siamo nelle mani di un Sindaco dispotico che si crede padrone delle istituzioni. Solo infatti chi si sente al comando di una città può pensare di non avere nessun obbligo o dovere di rispondere nei canonici 30 giorni ad una richiesta formalmente depositata e protocollata da un Comitato che evidentemente, a parere del Sindaco, non merita nemmeno di sapere i motivi per i quali non sarebbe possibile l’indizione della consultazione.

Per fortuna però c’è la stampa attraverso la quale i cittadini hanno appreso le argomentazioni del Sindaco grazie alla pubblicazione della nota inviata al Difensore Regionale e delle dichiarazioni rilasciate alla Festa dell’Unità.

Due i capisaldi: “I cittadini non sanno neppure leggere un Regolamento” e “Non è corretto introdurre frettolosamente una serie di previsioni atte solo a favorire dei destinatari specifici”.

Io credo che queste due affermazioni riassumano perfettamente l’agire amministrativo e politico del nostro Sindaco che è talmente autoreferenziale e pieno di sé che si permette di offendere i cittadini che, di fatto, hanno avuto solo l’ingenuità di credere che i due pareri favorevoli ottenuti dal Comitato Garanti avessero un valore per questa Amministrazione che vi si sarebbe adeguata.

Al contrario il Sindaco giudica la proposta dei Garanti superficiale e di parte e ha pure l’ardire di affermare che “una modifica regolamentare di tal genere lo esporrebbe concretamente al rischio di dover rispondere di danno erariale ed ad eventuali impugnative di soggetti contrari al Referendum”(le cui istanze evidentemente stanno molto a cuore al nostro“Sindaco di tutti” e vanno quindi tutelate).

Ma davvero il Sindaco pensa che sia credibile che il recepimento della proposta di modifica di Regolamento contenuta in un dettagliato e motivato parere reso da esperti di diritti amministrativo, nominati dal Comune come organo imparziale e di garanzia, che ne chiedono “il sollecito accoglimento per consentire l’immediata attuazione delle stesse alla procedura in corso (istanza referendum Strada Sud) che è stata penalizzata dalle carenze e incongruenze del Regolamento comunale” esponga il Sindaco e l’Amministrazione ad un procedimento davanti alla Corte dei Conti? Se davvero fosse così sarebbe gravissimo e il Sindaco avrebbe dovuto revocare l’incarico ai tre Garanti per manifesta incompetenza. Diversamente ci spieghi il Sindaco a quali modifiche regolamentari si riferisce nella nota al Difensore Regionale ai punti 23 e 26.

Non sarebbe invece più verosimile parlare di danno erariale nel momento in cui si cancellerà dalle previsioni urbanistiche un progetto costato 200.000 euro senza alcuna alternativa che individui tempi e modi per la soluzione dei gravi problemi di inquinamento e traffico del comparto sud della città? Le soluzioni alternative non facevano anch’esse parte del programma elettorale del Sindaco?

Ma a mancare di senso istituzionale e imparzialità non è solo il Sindaco ma anche la Presidente del Consiglio Comunale che, a differenza di come ha svolto il suo ruolo nella prima parte del mandato, dimostrando rispetto anche delle prerogative della minoranza, dopo la vicenda del Referendum si è prestata solo a servizio della sua maggioranza.

Ne è un esempio la gestione dell’Ufficio di Presidenza del 4 luglio convocato per affrontare il tema della modifica del Regolamento nel quale mi è stato impedito di illustrare in primis quanto proposto dal parere Garanti, ritenuto anche in quella sede superato, in quanto la priorità, secondo la Presidente e la maggioranza, era non tanto garantire il legittimo esercizio di partecipazione di 3.000 cittadini, ma dare l’opportunità a 300 persone che hanno depositato una petizione in Comune su un non specificato argomento, di vedere accolta la loro istanza attraverso una revisione complessiva del Regolamento che attualmente non prevede quello strumento di partecipazione. Ma introdurre ora la possibilità di presentare petizioni non potrebbe essere considerato, secondo la logica portata avanti da chi ci governa, una modifica ad hoc per favorire destinatari specifici? Forse però l’argomento oggetto della petizione fa parte del programma elettorale del Sindaco e quindi il problema non si pone.

Su un punto sono d’accordo con la Presidente del Consiglio. Come da lei specificato in una nota inviata a tutti i capigruppo il 13 luglio “l’obiettivo condiviso permane quello di dare alla città un Regolamento Popolare realmente fruibile oltre che sul tema del referendum, anche su quello delle petizioni e delle istanze.” Ma scrivendo così la Pasquali non ha inavvertitamente ammesso che attualmente il Regolamento NON è realmente fruibile penalizzando tutti i cittadini e che una modifica come quella proposta dai Garanti più che favorire destinatari specifici renderebbe solo esercitabili diritti costituzionalmente garantiti?

Non mi aspetto risposte agli interrogativi che ho posto a Sindaco e Presidente del Consiglio. Se non sono degni di averle i cittadini tanto meno ritengo di esserlo io. Penso però che i Garanti meritino delle spiegazioni sui giudizi espressi dalla maggioranza sulle loro competenze tanto nella commissione del 4 luglio tanto rispetto alle affermazioni del Sindaco essendo professionisti di livello da rispettare anche solo per la disponibilità che hanno dimostrato ad accettare un incarico non facile a servizio della collettività.

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