Politica

No al figlio di coppia gay, Carletti sostiene Galimberti: 'Prima interesse del bambino'

Dopo la vicenda della negata trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali continua il dibattito politico. E c’è qualcuno anche tra le fila del centrosinistra che prende le difese del primo cittadino Gianluca Galimberti per la sua decisione. Si tratta di Paolo Carletti, segretario provinciale del partito socialista.

Spero di riuscire ad  avvicinarmi al tema con la delicatezza necessaria perché ritengo che in questo caso la tastiera di un computer  non sempre riesca a trasmettere il trasporto dei sentimenti sottesi alle parole scritte” scrive Carletti in una nota. “Tratterò il tema con un taglio cristallinamente laico, laddove per laico intendo scevro da ogni pregiudizio di ordine formativo e privo di ogni preconcetto di ordine ideologico o d’appartenenza e parto dalla conclusione per risalire alle ragioni della stessa: pur avendo una storia di formazione culturale e politica famigliare e personale ben diversa dal Sindaco Galimberti di cui vado fiero, al suo posto mi sarei comportato allo stesso modo.

Sì, con mille scuse nei confronti degli istanti e con un certo senso di personale disagio mi sento di riferire quel che sento perché ho sempre fatto politica come mio padre mi ha insegnato: dicendo tutto quel che penso; e allora mi permetto di dire che avrei fatto la stessa cosa.

Anzitutto per una ragione di ordine tecnico che impone al Sindaco, quale pubblico ufficiale dello Stato, di adottare atti che siano in linea con normativa nazionale e Costituzione Italiana e tale atto non lo è; mi permetto di notare che la forzatura del sistema non è poi tanto differente da quella adottata da sindaci leghisti fascistoidi per allontanare bambini dagli asili se i genitori non pagano la retta della mensa o che impediscono l’ingresso nel territorio comunale a immigrati senza certificato medico o ancora che vietano ad africani di girare in bicicletta in paese…

Le forzature si possono fare in ogni direzione ed è ora di porre dei limiti chiari.

La seconda ragione, quella più pregante è che non si sta parlando di diritti civili, sui quali io non indietreggio di un millimetro, mai!

Per diritti civili si intende quel complesso di libertà personali che possono dare soddisfazione alle inclinazioni personali di ciascuno e tali libertà, se profondamente intese, non hanno confine se non quello della libertà altrui, concorrenti e qualche volta conflittuali, ma qua stiamo parlando d’altro.

Non stiamo parlando di nozze gay o di registro delle coppie di fatto.

Non stiamo parlando della sacrosanta libertà di due persone dello stesso sesso di sposarsi e di avere una vita di coppia come chiunque, qui parliamo anche di un ospite, parliamo di un altro individuo, parliamo di un bambino, parliamo di un cucciolo di uomo che scatena emozioni incontrollabili e che, a buon diritto, è il centro del mondo.

Bene, io sommessamente ritengo che maschio e femmina di ogni specie, omosessuali o no che siano, abbiano caratteristiche naturali differenti necessarie all’equilibrata crescita di un cucciolo e che pertanto non si debba avvallare una genitorialità omosessuale senza un’indagine giudiziaria che abbia come fine ultimo l’esclusivo interesse del bambino.

Senza questo passaggio io non me la sentirei, il peso sulle spalle sarebbe più gravoso del macigno che mi porterei nel negare la trascrizione stessa.

Nulla di religioso, nulla di etico, nulla di morale, un discorso molto materialista e squisitamente laico che mi porta però alle  medesime conclusioni cui è giunto il Sindaco Galimberti“.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...