Cronaca

Gestione dell'acqua, terremoto nella Lega di Crema: in 5 abbandonano il direttivo E i consiglieri provinciali invocano un chiarimento

Angelo Barbati

Le tensioni alimentate dalla partita sulla gestione del servizio idrico provocano una prima ‘vittima’. Perde pezzi il direttivo provinciale della Lega Nord di Crema, che oggi deve incassare le dimissioni di cinque componenti su undici. In aperta polemica con la linea del segretario cremasco, Angelo Barbati, sulla vicenda acqua, ma anche su questioni strettamente cremasche come New.Co (servizio di igiene ambientale) e prossime amministrative, hanno sbattuto la porta Eugenio Cerioli, Cristian Chizzoli, Annibale Doldi, Giuseppe Tomaselli e Raffaele Volpini.
Il direttivo cremasco – ben distinto da quello cremonese, poiché il Carroccio ha due federazioni separate – resta comunque in piedi con i sei componenti rimasti, ma il segnale politico è chiaro e pesante. “In data odierna – informano in una nota congiunta Cerioli, Chizzoli, Doldi, Tomaselli e Volpini -, i sottoscritti militanti hanno comunicato al segretario provinciale Angelo Barbati le loro dimissioni immediate dal Direttivo Provinciale di Crema. La nostra decisione fa seguito a una serie di posizioni espresse dalla Segreteria Provinciale di Crema su temi di estrema rilevanza per il nostro territorio (quali la New.co per il servizio di igiene ambientale, la gestione del servizio idrico provinciale, le prossime elezioni amministrative a Crema) e delle quali abbiamo appreso dalla stampa locale, senza che ci fosse stata alcuna discussione all’interno del Direttivo Provinciale. Quest’ultimo, che dovrebbe essere il luogo deputato a stabilire la linea politica del Movimento e dove trova rappresentanza l’intera militanza provinciale, è stato invece spogliato delle sue prerogative decisionali, inducendo così le nostre dimissioni irrevocabili”.
Sul fronte del servizio idrico, in particolare, i cinque leghisti si dissociano dalla linea del segretario Barbati, favorevole alla gestione pubblica dell’acqua. Su questo terreno, peraltro, la Lega è ormai divisa in mille rivoli. C’è anzitutto la federazione cremonese, favorevole alla proposta di società mista portata avanti dal presidente Salini. Poi c’è la federazione cremasca che, come evidenzia lo strappo di oggi, si spacca a metà tra sostenitori della gestione pubblica (la segreteria di Barbati) e favorevoli all’ingresso del privato. Infine, il gruppo in Consiglio provinciale, anch’esso spaccato tra Lega ‘cremonese’ e Lega cremasca, come è emerso chiaramente nella seduta del Consiglio del 21 dicembre. Quando, si ricorderà, il gruppo del Carroccio ha presentato due ordini del giorno distinti sulla gestione del servizio idrico: il primo, firmato dai consiglieri d’area cremasca (Franco Mazzocco, Filippo Barbati, Francesco Chioda, Piergiacomo Bonaventi, Adriano Ceccato), per la gestione in house (pubblica); il secondo, firmato dai leghisti cremonesi (Giacomo Zanisi, Manuel Gelmini, Fabrizio Degani), aperto alla proposta Salini.
Non a caso, nei giorni scorsi, i consiglieri provinciali hanno chiesto ai vertici delle due segreterie di convocare un incontro per chiarirsi e possibilmente arrivare ad una linea comune sul tema della gestione dell’idrico. L’incontro dovrebbe tenersi in settimana.

 

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