Cronaca

Utilizzò carta di credito clonata per fare acquisti Hacker condannato

Si sarebbe introdotto illegalmente nei codici di 650 siti, tra cui anche quello del tribunale di Milano. In ottobre ci sarà il processo a carico del presunto hacker Stefano Barca, 33 anni, cremonese, accusato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Intanto il 33enne è stato condannato ad un mese di reclusione in continuazione con una precedente condanna inflittagli per casi fotocopia: sei anni fa aveva utilizzato una carta di credito clonata emessa dalle Poste Italiane con la quale aveva effettuato acquisti di materiale elettronico a nome del vero possessore, facendoli però recapitare al suo domicilio. Si trattava di spese del valore di 278,99 euro la prima volta, e di 273,58 euro la seconda.
Negli anni, soprattutto tra il 2012 e il 2013, Barca ha dovuto far fronte a numerose accuse di “phishing”, e cioè la tecnica che attraverso l’uso di internet mira a carpire informazioni personali e sensibili come dati anagrafici, password per i conti correnti online e codici di carte di credito, al fine di consumare illeciti bancari attraverso la rete, accedendo ai sistemi di home banking, ovvero a conti correnti e servizi online per disporre dei depositi attraverso operazioni e bonifici attuati in frode ai titolari. A suo carico, ha ancora dei procedimenti penali pendenti, tra cui quello che si aprirà in ottobre. L’imputato è difeso dall’avvocato Ugo Carminati.

Sara Pizzorni

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