Lo colpì mentre urinava nei bagni di un locale. Condanna 'Aggressione umiliante'
Condannato ad una multa di 600 euro per l’accusa di lesioni personali e al risarcimento alla parte civile di 1.300 euro. Questa la sentenza emessa dopo più di due anni di processo dal giudice di pace Luciano De Vita, secondo il quale “l’aggressione è stata umiliante per la vittima perché colpita da dietro mentre urinava in un locale pubblico e quindi limitata nella difesa”.
L’episodio risale al 12 dicembre del 2015 in un locale del centro di Cremona. Il condannato è Alan, cremonese di 42 anni, mentre la vittima, parte civile attraverso l’avvocato Alessandro Zontini, è Michele, 32 anni, mantovano, aggredito verso l’una di notte nei bagni del locale mentre stava urinando. Il 32enne, che stava palando con un amico, era stato raggiunto alle spalle e colpito da pugni al capo che gli avevano provocato un trauma cranico facciale e un trauma del rachide cervicale. L’aggressore era stato poi bloccato e portato fuori dai bagni. Secondo Michele, l’autore delle percosse era proprio Alan, con il quale qualche ora prima, a causa di vecchi confitti, aveva avuto un acceso diverbio in un bar della città, lite che si era risolta sotto i portici del Comune. Poi i due si erano ritrovati nei bagni dell’altro locale dove era avvenuta l’aggressione.
“Ad un certo punto”, aveva raccontato la vittima, “ho sentito un forte colpo alla tempia destra che mi ha fatto sbattere contro lo sciacquone del wc e un dolore alle gambe perché, nell’accasciarmi in avanti, sono finite contro la tazza del wc. Poi un’altra serie di colpi sulla nuca nella parte cervicale. Non mi sono reso conto di quello che stava accadendo, ed anzi, istintivamente mi sono preoccupato che in seguito allo sbilanciamento del corpo stavo spargendo urina nel bagno”. Quando un amico era intervenuto per fermare l’autore del pestaggio, Michele si era girato e aveva riconosciuto Alan.
Per il giudice, “le dichiarazioni rese dalla persona offesa sono attendibili, poiché spontanee, logiche e concordanti con le altre prove dibattimentali, tra cui i certificati medici”, comprese “le deposizioni dei testimoni di parte: precise e attendibili”. Nella motivazione si legge anche che “è stato ampiamente dimostrato il dolo, poiché l’imputato, coscientemente e volutamente, aggredì la vittima, manifestando ostilità e violenza verso la stessa. Il movente del comportamento è stato identificato nel pluriennale risentimento tra i due”.
“E’ stato un fatto umiliante per il mio assistito”, ha commentato l’avvocato Zontini, “in quanto Michele, a causa di come si è svolta l’aggressione. Quando si è sparsa la notizia, lui, che è un ragazzo molto popolare a Cremona, ha voluto affrontare il processo per dimostrare che la vittima era lui”.
Sara Pizzorni