Cronaca

Carcere nel caos: detenuto incendia la cella, tre poliziotti finiscono in ospedale

Carcere, ormai è caos: dopo gli episodi di violenza delle ultime ore e il grido di allarme dei sindacati, dal Sappe arriva un ulteriore aggiornamento con la notizia di un incendio appiccato ieri pomeriggio da un detenuto in una cella e tre agenti della penitenziaria finiti in ospedale.

“E’ stato un pomeriggio da incubo”, ha riferito Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. “E’ successo che un detenuto tunisino ha incendiato la cella con la pretesa di uscire a passeggiare nel corridoio della sezione. Per spegnere le fiamme e portarlo in salvo tre agenti sono stati portati al pronto soccorso per intossicazione. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel reparto e dal successivo impiego degli altri agenti. Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere cremonese ad intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza”.

Donato Capece, segretario generale Sappe, ha rivolto “solidarietà agli agenti intossicati” ed ha espresso “solidarietà e apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati di poliziotti penitenziari di Cremona. E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie”.

Già questa mattina era stato denunciato un altro grave evento critico accaduto sempre nel carcere di Cremona: un sabato sera da incubo per la folle intemperanza di un detenuto straniero che ha pure ferito un agente.

“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, ha concluso Capece. “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli istituti penitenziari del paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.

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