Trovato morto nella sua cella di Cremona il russo che mandò in coma l'ex compagna
E’ morto in carcere a Cremona con sulle spalle la pesante accusa di aver accoltellato al volto la sua ex convivente Francesca Cadioli, 33 anni, madre di sua figlia di tre anni. Alle 22 dello scorso venerdì, nella cella del penitenziario di Cremona dove era rinchiuso da mesi, si è tolto la vita Konstantin Kossivtsov, 39 anni, il muratore russo che l’8 marzo di un anno fa, giorno della festa della donna, aveva aggredito l’ex compagna che non lo voleva più in casa. Nella cella del 39enne sono state trovate due bombolette di gas. Si presume che il detenuto, accusato di tentato omicidio, sia morto per overdose per aver inalato gas nel tentativo di sballarsi. Tutte le ipotesi, comunque, sono aperte. Sarà l’autopsia ordinata dalla procura di Cremona a stabilire le cause del decesso. L’11 luglio prossimo il muratore russo avrebbe dovuto ripresentarsi davanti al giudice per conoscere la sua sorte giudiziaria. Si trovava a Cà del Ferro dopo aver trascorso un periodo rinchiuso nel carcere di San Vittore. Sottoposto a perizia psichiatrica, era risultato in grado di intendere e volere. La vittima, intanto, si sta lentamente riprendendo dalle ferite riportate. L’aggressione era avvenuta davanti alla casa di viale Dei Caduti, a Frassino, Mantova, dove fino a poche settimane prima la coppia abitava insieme alla loro bambina.