Economia

Cda Fiera, 4 associazioni contro: 'Così si è rotto il sistema Cremona'

Da sinistra: Principe, Griffini, Rivoltini, Bozzini

Sistema economico cremonese spaccato dopo la nomina del Cda della Fiera, a causa di quello che quattro categorie economiche (Cna, Confartigianato, Api e Confcommercio), considerano un vero e proprio colpo di mano compiuto nelle ore appena precedenti l’assemblea di venerdì scorso, con la nomina a presidente di Roberto Zanchi. Mercoledì pomeriggio, dopo un confronto avuto con il presidente della Camera di Commercio Auricchio, i rappresentanti delle quattro categorie dissidenti – rispettivamente Giovanni Bozzini, Massimo Rivoltini, Alberto Griffini e Vittorio Principe – hanno voluto spiegare le ragioni per cui il nuovo Cda – peraltro ridotto a sei membri anziché i previsti sette, con il rinvio ad altra data del settimo – è stato eletto con appena il 45% del capitale sociale mentre avrebbe potuto avere l’80%. Oltre all’assenza di Coldiretti, Consorzio Agrario e Apa c’è infatti da registrare l’astensione della Camera di Commercio (nonostante il suo rappresentante già designato – lo stesso Rivoltini – sia stato nominato nel Cda, ma sono previste le sue dimissioni a breve) e il fatto che il rappresentante del sistema bancario, Antonio Davò, non ha ancora accettato la nomina.

Il risultato è un Cda composto da due membri della Libera, “nonostante contino il 5% del capitale”, affermano i dissidenti, mentre con “un atto di forza sono state estromesse la stragrande maggioranza delle categorie economiche”.

Un’assemblea nella quale, stando agli accordi di poche ore prima, non si sarebbe dovuto eleggere il nuovo vertice della Fiera, in quanto le 4 associazioni – pur avendo assicurato il loro voto per Zanchi come proposto dagli Industriali e accettato da Comune e Provincia – avevano chiesto una proroga per condividere con le rispettive giunte la composizione della ‘governance’, ossia la restante parte del Cda. Proroga poi non concessa nonostante – sostengono – il sindaco avesse garantito l’appoggio del rappresentante del Comune alla richiesta.
A ricostruire il clima teso degli ultimi 10 giorni è Bozzini, che parla di vero e proprio ribaltamento di quello scenario che si era delineato appena due giorni prima “in una riunione plenaria all’interno del comune di Cremona, convocata dal sindaco, che era frutto di una precedente riunione dove era stato dato incarico alle associazioni di categoria del mondo agricolo, di trovare un candidato che potesse essere gradito a loro e su quel candidato eventualmente far convergere una governance che collaborasse con lui. Ci sono stati poi tutta una serie di incontri tra la Libera e la Coldiretti di cui noi siamo sempre venuti a sapere a margine, perchè attendevamo un incontro formale dal sindaco. Quando questo c’è stato, abbiamo preso atto che non c’era stato alcun accordo tra Libera e Coldiretti e l’unico candidato proposto dalla Libera era diverso da quello che ci avevano detto prima”.
Non più il nome di Crotti, ma quello di Agostino Bolli, veterinario e direttore commerciale di una ditta americana di semi la cui professione potrebbe confliggere con gli interessi stessi della fiera che ha nella zootecnia l’80% della sua attività. “In quella sede – continua Bozzini – ci è stato illustrato il ricco curriculum e il sindaco ha fatto un’affermazione molto forte: ‘Apprezziamo lo sforzo fatto dalla Libera; ci rendiamo conto che non c’è alcun margine di accordo tra Libera e Coltivatori diretti, quindi il nostro candidato è Bolli”.

“Noi – ha aggiunto Principe – avevamo rimandato perchè eravamo in attesa della risposta delle due associazioni di agricoltori, c’era infatti l’accordo preciso di trovare una sintesi”.

“Eravamo consapevoli che il nostro candidato (Crotti) non poteva passare. Ci siamo detti: facciamo uno sforzo, facciamo un passo indietro, accettiamo il nome proposto del Comune. Ci siamo detti disponibili a votare il candidato Zanchi, purchè ci venisse lasciato del tempo”. Venerdì invece la situazione precipita. “Viola – ricostruisce Bozzini – viene a dirci ‘non siamo d’accordo con una proroga, qui deve uscire una governance se no si rischia che esca un quarto candidato'”.

Secondo questa ricostruzione, il sindaco venerdì ha snocciolato i nomi degli altri componenti del Cda senza concedere quella pausa di riflessione che le quattro associazioni avevano chiesto. La proposta di uno slittamento nella composizione della governance è stata messa ai voti e non è passata. Il Cda è stato nominato e le quattro associazioni ora si chiamano fuori, pur assicurando che non faranno nulla per ostacolare la rinascita dell’ente fieristico. Garantiscono che non ne fanno una questione di poltrone, ma di prospettive. L’iniziale sostegno a Crotti – spiegano – era motivato dalla volontà di rafforzare l’ente cremonese partendo dalla sua punta di diamante, la fiera internazionale zootecnica, per poi lanciarla verso una necessaria partnership con altri soggetti, strada praticamente inevitabile visto il contesto generale. La scelta di Zanchi, avvocato di fama, sarebbe invece funzionale alla primaria ricerca del partner (che al momento non sarebbe neppure all’orizzonte, sostengono i dissidenti). Oltretutto il neopresidente non potrà assumere deleghe operative per incompatibilità con la sua professione – afferma Bozzini. Il risultato, secondo questa prospettiva, è una Fiera che a pochi mesi dalla sua manifestazione più importante, si trova con un Cda rinnovato quasi totalmente, senza esperienza specifica e senza nemmeno un direttore.

“Crediamo che venerdì scorso il sistema Cremona abbia perso molto – concludono le associazioni -. Questa grave azione complicherà indubbiamente lo scenario associativo cremonese con ricadute che comprometteranno i futuri rapporti non solo in Fiera ma in altri tavoli di confronto”. g.biagi

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