Cronaca

Juliette, attesa per oggi la sentenza. Per l'ex maresciallo chiesta la pena più alta

Verrà emessa oggi dal collegio presieduto dal giudice Maria Stella Leone con a latere i colleghi Francesco Sora ed Elisa Mombelli la sentenza per i cinque imputati del processo ‘Juliette’, il locale di via Mantova dove, per la procura, si organizzavano serate di sesso a pagamento con le escort e dove giravano fiumi di cocaina. Lo scorso 23 aprile il pm Francesco Messina, dopo quattro ore di requisitoria, aveva chiesto le condanne per tutti: 7 anni e 6 mesi per l’ex maresciallo Andrea Grammatico, ex vice comandante della stazione dei carabinieri di Vescovato; 4 anni e 6 mesi per Gianluca Pizzi, titolare del Juliette; stessa pena per il cugino Marco; 3 anni per David Mazzon, ex titolare del Tabù di Vescovato e il minimo della pena per Ilham El Khalloufi, moglie marocchina di Marco Pizzi.

Diverse le accuse contestate agli imputati: i cugini Gianluca e Marco Pizzi sono accusati di aver favorito la prostituzione delle ragazze nel locale e di aver ceduto cocaina ai clienti facoltosi; Grammatico, invece, di aver portato all’interno del Juliette la cocaina, dandola ai cugini Pizzi, che a loro volta la regalavano ai clienti. L’ex militare deve anche rispondere dei reati di falso ideologico in atto pubblico, tentata concussione, concussione consumata, omissione di atti di ufficio, reati commessi in servizio, arresti illegali, calunnia e rivelazione di segreto d’ufficio. David Mazzon, da parte sua, avrebbe invece ceduto cocaina a diverse persone, tra le quali l’ex maresciallo Grammatico, mentre Ilham El Khalloufi è accusata di aver favorito la prostituzione nel locale.

In caso di condanna, i giudici decideranno anche l’entità del risarcimento in favore di Amritpal Singh, 36enne indiano che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Ugo Carminati. Nelle sue conclusioni, il legale aveva chiesto un risarcimento di 30.000 euro a Grammatico per gli arresti illegali. Lo scorso 30 gennaio l’indiano era stato assolto con formula piena dall’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti della cognata di 27 anni. L’episodio risale al 18 aprile del 2015 a Robecco d’Oglio, quando il 36enne era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dall’allora vice comandante della compagnia di Vescovato e dall’ex appuntato Massimo Varani, già processato con il rito abbreviato e condannato. A suo tempo l’avvocato Carminati aveva chiesto ed ottenuto dal collegio di citare come responsabili civili il ministero della Difesa e quello dell’Interno. Il primo, in quanto l’ex maresciallo, in quel momento, avrebbe agito in qualità di militare in divisa e con la macchina di servizio; il secondo, per il ruolo di agente di pubblica sicurezza che dipende direttamente dal ministero dell’Interno.

Le difese, invece, hanno chiesto per tutti l’assoluzione. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Renato Vigna (Grammatico), Giacomo Nodari e Massimo Nicoli (Gianluca Pizzi), Massimo Vappina e Walter Ventura (Marco Pizzi), Massimo Nicoli (David Mazzon) e Fabrizio Vappina (Ilham El Khalloufi).

Sara Pizzorni

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