Cronaca

Traffico di migranti: chieste pene fino a 14 anni per i 9 imputati a processo a Milano

L’avvocato Beber

La pena più alta: 14 anni di reclusione. Quella più bassa: 5 anni. Sono le richieste di pena formulate dal pm per gli imputati del processo che si celebra in corte d’assise a Milano sulla tratta di migranti sgominata dagli uomini della squadra mobile di Cremona. Nove coloro che sono a processo: due capi, tre autisti e quattro reclutatori. Tra i reclutatori c’è anche Kamel Chaabani, 48 anni, tunisino, assistito dall’avvocato di Cremona Guido Priori. Per lui, attualmente ai domiciliari, il pm ha chiesto una pena di otto anni. L’altro, il connazionale Ben Abid Samir, 39 anni, difeso dall’avvocato di Cremona Consuelo Beber, sarebbe stato uno degli autisti. Per il 39enne, che è ancora in carcere, il pm ha chiesto sette anni e sei mesi. Entrambi sono regolari in Italia. Per i due capi, invece, chieste pene di quattordici e dodici anni, mentre dieci anni sono stati chiesti per l’imputato accusato di aver avuto contatti con i capi. Per gli altri sono state chieste pene tra i cinque e gli otto anni.

Le indagini, durate due anni, erano state portate avanti dagli agenti della squadra mobile di Cremona e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. 34 gli arresti, un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina operante sul territorio nazionale, con contatti diretti con soggetti esteri, trafficanti e scafisti, in particolare in nord Africa e in tutta Europa. Un gruppo dedito all’organizzazione, mediante l’ausilio di “passeur”, di viaggi di immigrati (clandestini o rifugiati), i quali, dopo aver attraversato il mar Mediterraneo ed essere giunti in Italia, previo pagamento di somme di denaro, venivano trasportati dal sud Italia a Milano e poi  oltre il confine nazionale, specie lungo la frontiera di Ventimiglia, con destinazione finale il nord Europa.

L’avvocato Priori

I viaggi (62 quelli documentati) avvenivano quasi sempre di notte con auto, furgoni, camion all’interno dei quali decine di persone, anche minorenni, venivano caricate come merce da trasporto all’interno di casse di legno o di bagagliai di autovetture, o in quantità impressionanti, stipate in piccoli furgoni. Nella quasi totalità dei casi gli accompagnatori utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia. Per un viaggio completo, il costo per ciascun immigrato andava dai 500 ai 1000 euro. Dagli 80 ai 90 euro, invece, per il solo trasporto in treno.

Dopo le prime diciotto condanne, la più alta a dodici anni, inflitte in udienza preliminare ai capi, quasi tutti egiziani, si sta ora per concludere il processo in corte d’assise a Milano per i restanti imputati. Per i due avvocati cremonesi, che per i loro assistiti hanno chiesto l’assoluzione, “gli elementi raccolti durante l’indagine non sono sufficienti per una condanna”.

La sentenza è prevista per il prossimo 30 maggio.

Sara Pizzorni

La conferenza stampa del 30 gennaio 2017 a Milano

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