Tribunale: l’allarme incendio riaccende il nodo sicurezza: nel palazzo crepe e infiltrazioni
E’ stato un corto circuito delle batterie del gruppo di continuità dell’impianto elettrico della sala server a far scattare questa mattina poco dopo le 8 l’allarme incendio in tribunale. Per fortuna le fiamme non si sono sviluppate per la mancanza di ossigeno, ma c’è stata una forte fuoriuscita di fumo. Per questo motivo palazzo di giustizia è stato evacuato, anche per permettere ai vigili del fuoco, arrivati insieme al loro comandante, di effettuare in tranquillità le operazioni di messa in sicurezza. Nessun ferito, solo una delle guardie giurate per precauzione ha dovuto ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale in quanto aveva inalato parecchio fumo. Alle 10 l’attività del tribunale è ripresa regolarmente. “Il piano di evacuazione ha funzionato”, ha tenuto a sottolineare il presidente Giuseppe Bersani, che ha sempre considerato una priorità la sicurezza del tribunale.
Con l’allarme incendio di oggi, così come era successo lo scorso 31 gennaio, quando c’era stata un’altra evacuazione dovuta ad un guasto al sistema di allarme causato da un utente, si è tornati a parlare delle problematiche che affliggono il palazzo di giustizia, una sede storica purtroppo rovinata dalla presenza di crepe sui soffitti, di guano nei cortili, di infiltrazioni di acqua e di cadute di intonaco nei corridoi. Tutti problemi che il presidente ha già ampiamente segnalato ma che continuano a non trovare soluzione.
Un compito non affatto semplice, quello di garantire la sicurezza, se si pensa che il tribunale non ha un’autonomia di spesa. “Quasi tutte le spese”, aveva già detto il presidente, “devono essere approvate dalla commissione permanente, poi devono passare dalla corte d’appello di Brescia e infine al Ministero che le deve autorizzare”. “Qualsiasi cosa che non va, come ad esempio una lampadina bruciata che deve essere cambiata, invio proposta alla commissione”, aveva spiegato Bersani, che qualche spesa l’ha pure affrontata di tasca propria. I locali del tribunale, che sono del Comune, prima erano gestiti dalla stessa amministrazione, mentre ora passa tutto per il Ministero: dal riscaldamento, alla luce, all’acqua.
Sara Pizzorni