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Con Fabrizio Bosso concerto indimenticabile all'Auditorium del Museo del Violino

Un concerto indimenticabile, con la tromba più virtuosistica del jazz italiano e due gruppi musicali (il suo quartetto e gli archi dello “String ensemble) a esaltare il magico Fabrizio Bosso e le sue due anime, quella jazz e quella che esalta la musica italiana di ogni tipo, anche la più popolare. Cremona jazz Festival ha messo così il sigillo sull’edizione 2018, sicuramente la più esaltante per la rassegna che si sta collocando tra gli appuntamenti imperdibili per chi ama quest’arte musicale. L’Auditorium Giovanni Arvedi era esaurito da un mese per questo appuntamento che ha portato per la prima volta tra i legni del museo del violino questo ambasciatore del jazz italiano nel mondo. 

“E’ stato un piacere e un onore essere in questo posto senza eguali – ha detto Bosso – spero di tornarci perchè suonare qui dà un’emozione unica”. E l’emozione reciproca, tra spettatori e musicista ha creato un clima difficile da dimenticare. La tromba più virtuosa del jazz si è mosso con il suo quartetto nei classici del free jazz o del fusion (con la datata “Georgia on my mind” da brividi) mentre con l’accompagnamento  romantico degli archi diretti da Paolo Silvestri (che ha arrangiato alcuni capolavori della musica italiana) ha fatto volare la fantasia tra  Gino Paoli, Paolo Conte, Pino Daniele o Ennio Morricone. Le suggestioni di “Senza fine”, di “Quando” o di “Azzurro” hanno stregato il pubblico in un mix di ricercatezza e popolarità che esaltano la fantasia e la creatività esecutiva di Bosso. 

Due bis hanno chiuso una serata che il pubblico voleva non terminasse mai.

 

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