Cronaca

Acqua, la giunta provinciale procede come se nulla fosse E i leghisti cremaschi non partecipano alla giunta con Salini

La giunta provinciale non si smuove e procede sulla via della società mista per la gestione del servizio idrico. Poi, come indicato dal Consiglio provinciale, si impegnerà a promuovere incontri di approfondimento con i sindaci. Ma questo sarà solo il contorno di una decisione ormai presa e sulla quale il presidente Salini non è intenzionato a trattare.
E’ quanto emerge chiaramente dalla deliberazione della giunta provinciale del 22 dicembre, esattamente il giorno dopo la seduta con la quale il Consiglio si è detto favorevole alla gestione pubblica dell’idrico. Giovedì 22 dicembre, Salini ha riunito la sua giunta. Assenti due assessori leghisti: Matteo Soccini e Silvia Schiavi.
Guarda caso, i due assessori della Lega di Crema, la stessa federazione che in Consiglio, staccandosi da quella di Cremona, ha preso apertamente le distanze dal progetto di società mista arrivando a far approvare il suo ordine del giorno a favore della gestione ‘in house’.
Salvo l’evidente segnale politico, il presidente Salini non ha avuto problemi: la deliberazione è stata approvata all’unanimità dai presenti. Cosa prevede l’atto? In primo luogo, con la deliberazione la giunta esprime “parere preventivo favorevole in ordine alla proposta di aggiornamento del Piano d’ambito ed alla proposta di definizione del modello gestionale presentato dall’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona”.
In seconda battuta, con la deliberazione del 22 dicembre la Provincia si impegna “a promuovere, secondo quanto richiesto dal Consiglio provinciale nella seduta del 21 dicembre, ulteriori incontri di approfondimento con i sindaci del territorio, per meglio dettagliare ed esaminare il contenuto del Piano d’Ambito, utilizzando proficuamente tutto il periodo di tempo nel quale il suddetto piano sarà sottoposto al parere di Regione Lombardia”.
A seguito del parere così espresso dalla giunta, la proposta di società mista seguirà un iter ben preciso, richiamato peraltro nella stessa deliberazione della giunta. A seguito del parere della giunta e una volta “ottenuto il parere (…) da parte della Conferenza dei Comuni” o “spirato infruttuosamente il termine” per il parere dei sindaci, “la proposta di aggiornamento del piano d’ambito – si legge nella deliberazione – e la proposta di modello gestionale seguiranno l’iter riportato: adozione formale da parte del Cda dell’Azienda Speciale; invio in Regione Lombardia per l’espressione di eventuali osservazioni entro il termine perentorio di sessanta giorni; approvazione in Consiglio provinciale, preceduto dall’esame preliminare in giunta e dal passaggio nella Commissione consiliare; trasmissione al Co.N.Vi.R.I (Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche) per l’espressione del relativo parere entro novanta giorni”.
In soldoni: come se niente fosse. La proposta di società mista prosegue il suo regolare cammino, approderà in Regione e da qui tornerà in Consiglio provinciale per il voto definitivo. Nel frattempo, evidentemente, il presidente conta di recuperare la Lega cremasca o, comunque, di assicurarsi la maggioranza in Consiglio.

 

VIRGILIO (PD): «CHIEDIAMO LA REVOCA DELLA DELIBERA DI GIUNTA» – «La delibera della Giunta Provinciale è dimostrazione di un atto che oltrepassa l’arroganza – ha dichiarato Andrea Virgilio, capogruppo Pd in Consiglio comunale -. Il fatto che Salini abbia completamente  bypassato  i Sindaci e le istituzioni rappresentative dimostra, per l’ennesima volta, un inedito e inspiegabile perseverare su un tema che richiederebbe coesione e condivisione. Noi continuiamo a non capire questa insistenza: dal Consiglio Provinciale è uscito un ordine del giorno votato all’unanimità che richiama la centralità dei Sindaci e del loro percorso e privilegia un modello gestionale pubblico. Quel documento, votato anche dalla maggioranza, deve avere delle conseguenze politiche altrimenti si svuoterebbe il Consiglio della sua funzione di indirizzo. Non solo, l’aspetto più grave è  l’estromissione dei Sindaci, alla faccia della sussidiarietà. Anche la Lega non può ora limitarsi  al compromesso,  se veramente vuole fare sul serio, deve assumersi fino in fondo la responsabilità del documento che ha presentato l’altro giorno in Consiglio. A proposito, come si spiega l’assenza dalla seduta di Giunta degli assessori cremaschi della Lega? A questo punto il gruppo PD chiede formalmente la convocazione urgente del Consiglio Provinciale e la revoca della delibera di giunta».

 

TORCHIO: «SE L’ACQUA E’ “SALINA” SMETTE DI ESSERE POTABILE» – «Il presidente Salini, che (durante il Consiglio del 21 dicembre, ndr) ha abbandonato l’aula al momento della votazione – dice il consigliere Giuseppe Torchio della Lista Torchio – forse stava già preparando l’incredibile delibera del 22 dicembre. In essa, la Giunta ha palesemente ignorato il testo approvato dal Consiglio, a poche ore di distanza, esprimendo “parere preventivo favorevole in ordine alla proposta di aggiornamento del Piano d’ambito ed alla proposta di definizione del modello gestionale (ovvero privatizzazione, già respinta per due volte consecutive dall’Assemblea dei Sindaci, ndr) presentato dall’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona”. La Giunta non può coprirsi le vergogne con una semplice riapertura di una discussione coi Sindaci, quando respinge le loro decisioni confermate in due assemblee consecutive e fa carta straccia della stessa votazione del Consiglio Provinciale. La questione non si limita più all’acqua, ma diventa una questione fondamentale di democrazia. Il “caro leader” ignora il Consiglio, fugge dalle sue responsabilità, sbeffeggia i Sindaci proponendosi di incontrarli non per concordare un progetto con loro ma per “spiegare” le sue decisioni, spargendo al popolo il messaggio della “verità” che solo lui custodisce. Avanguardia di questa azione è uno stuolo di consulenti – casualmente legati alla multinazionale Suez e allo studio Sciumé e associati – che presentano esclusivamente il modello della privatizzazione, ormai sostenuto soltanto da loro, ritenendo che gli altri modelli siano peccaminosi e condannino alle fiamme dell’inferno».

 

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