Cronaca

Ammazzò moglie e bimbo di 3 anni. Il perito dirà se è socialmente pericoloso

L’avvocato Curatti

Con la formula dell’incidente probatorio, i cui risultati avranno valore di prova nel processo, oggi il gip Pierpaolo Beluzzi, su richiesta del pm Carlotta Bernardini, ha conferito l’incarico allo psichiatra Cesare Piccinini, di Parma, di effettuare una valutazione sulle facoltà mentali di Wu Yonggin, il 50enne cinese autore del duplice omicidio di via Fatebenefratelli del 24 gennaio scorso. Armato di mannaia, l’uomo si era avventato contro la moglie, la 46enne Chen Aizhu, e contro Wen Jun Ye, il bimbo di tre anni figlio di una coppia di cinesi che lo aveva lasciato alle cure della 46enne per potersi recare al lavoro. Wu Yonggin, rinchiuso nel carcere di Pavia, oggi era presente all’udienza. Sorretto da una stampella, è arrivato scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. È difeso dall’avvocato Luca Curatti, mentre ad occuparsi degli interessi del figlio 12enne è l’avvocato Alessio Romanelli, incaricato dall’assessore ai servizi sociali Mauro Platè a sua volta nominato dal giudice come curatore speciale del minore. Lo psichiatra, che si è preso 90 giorni di tempo, dovrà dire se il 50enne cinese era capace di intendere e di volere al momento del fatto, valutare la sua capacità di partecipare ad un processo e riferire sulla sua eventuale pericolosità sociale. Entro il 15 agosto l’esperto dovrà depositare la relazione con i risultati, mentre l’udienza è stata aggiornata al prossimo 10 settembre. “Si tratta di un’attività di indagine condivisa in una situazione come questa”, ha detto l’avvocato Curatti, “proprio perché non ci sono altri elementi che possano far inquadrare i fatti”.

L’avvocato Romanelli

Subito dopo il duplice omicidio, il cinese, sentito dal pm, aveva ammesso le sue responsabilità, dicendo che con la moglie c’erano continue liti, sia sulla gestione del denaro che sulla gestione del figlio. All’origine dell’ultima discussione, un problema con il passaporto. Il cinese, disoccupato, che vive con la pensione di invalidità, era seguito dai servizi sociali in quanto in passato aveva tentato il suicidio gettandosi da una finestra. Gli erano state prescritte delle medicine che però l’uomo non avrebbe più preso. Il gravissimo fatto di sangue si era consumato verso le 10 tra le mura domestiche di un condominio dell’Aler al terzo piano di via Fatebenefratelli. Il 50enne, colto da un raptus di follia, si era armato di mannaia e aveva fatto un massacro. La moglie, rincorsa per tutta la casa, dalla camera da letto alla cucina, dove erano state trovate tracce di sangue dappertutto, era stata finita sul balcone, mentre il piccolo, ferito in modo gravissimo, era morto poco dopo il ricovero in ospedale. Il bimbo ha pagato per i genitori, odiati dall’omicida in quanto amici della moglie verso la quale ormai provava solo sentimenti di odio e rancore.

Sara Pizzorni

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