Cronaca

Aem, più di un milione di introiti dai parcheggi: ma al Massarotti 20 auto al giorno

Una presenza media di 15 – 20 auto al giorno, 500 ticket in un mese, nonostante sia il parcheggio più economico della città. Il Massarotti resta una spina nel fianco per l’Aem, che ne è proprietario per un totale di 220 posti complessivi, di cui 140 attualmente riservati agli abbonati e 80 disponibili per la rotazione. Il grosso complesso realizzato alla fine degli anni Ottanta dalla Sga, poi fallita, continua a rappresentare un enigma. Dista 800 metri da piazza del Duomo, quasi esattamente la stessa distanza che c’è tra il Villa Glori e la stessa piazza. Eppure il parking Villa Glori “rende” 210mila euro l’anno con i suoi 80 posti, mentre l’autosilo 72mila pur avendo una capienza di quasi tre volte superiore (tutte le cifre sono iva inclusa).

Al momento, spiega il presidente di Aem Massimo Siboni, opzioni per il rilancio non ce ne sono. Intervenire sulla tecnologia o migliorare alcuni aspetti legati all’illuminazione viene considerato un investimento senza riscontro utile, visti i bassissimi tassi di utilizzo. Che non salgono nemmeno negli unici due giorni della settimana in cui il centro città si vivacizza, ossia i giorni del mercato. “E’ sempre stato così,  è una struttura che non è mai entrata nel cuore dei cremonesi”, afferma Siboni, che non entra nel merito dell’annuncio fatto – un po’ a sorpresa – qualche mese fa dal sindaco Galimberti su un possibile inserimento del Massarotti nella trattativa in corso con Saba (gestore del parking Marconi e di molti alti stalli in centro)  per la revisione periodica del contratto. Di certo, in Aem non si vuole nemmeno sentir parlare di una cessione a terzi della struttura che, in queste condizioni, sarebbe una svendita. Non aiuta neanche il carattere ‘misto’ del parcheggio: i 140 posti auto riservati agli abbonati sono mischiati insieme a quelli destinati alla rotazione. Nei tre piani interrati, con ulteriori 100 posti, ci stanno i faldoni del Tribunale, per cui il Comune paga  un affitto di circa 50mila euro, poi rimborsato a rilento dal Ministero della Giustizia. Una metà circa dell’edificio non appartiene ad Aem, ma è un condominio di privati, con la stessa tipologia di posti auto.

Per sua fortuna Aem, che ha nella gestione dei parcheggi una delle mission fondamentali, gestisce anche posti auto molto più redditizi. Il Massarotti, come detto, è uno dei più economici: 0,90 centesimi all’ora, 4,50 l’intero giorno. All’estremo opposto ci sono gli stalli di via XX Settembre, dove la resa media annua è di 3400 euro (per ciascuno stallo), e poi piazza Roma (2800). La rotazione è alta in centro città, nei parcheggi a ridosso della ztl, dove la tariffa è più elevata (1,70 euro/ora): ben 32mila biglietti l’anno in piazza Roma, che scendono a 9000 in viale Trento e Trieste dove si paga in parte 1,70 e in parte 1 euro all’ora. La scarsa rotazione del Massarotti è confermata da quei 500 ticket mensili di media, che fanno più o meno 6000 all’anno.

Complessivamente dalla gestione dei parcheggi Aem introita poco più di un milione l’anno, che salgono a 1,2 circa se si aggiungono gli abbonamenti e i pagamenti tramite app. La più utilizzata (i dati sono aggiornati a dicembre 2017) è Easy park, che ha incassato 65.600 euro; seguono le più recenti: Ping telepass, 7.654 euro; Sosta Facile 1.223; My Cicero, 754.  Gli introiti indicati – fanno sapere da Aem – sono al lordo delle spese (manutenzione parcometri, personale, tasse come Iva e Cosap, ecc.).

g.biagi

AUTOSILO MASSAROTTI, UNA LUNGA STORIA  – L’autosilo di via Massarotti è il grande incompiuto della città. Realizzato per cercare di sfruttare i finanziamenti della legge Tognoli sui parcheggi (avrebbe dovuto avere un gemello sull’area delle ex tramvie), in realtà ha una storia da mettere i brividi. E’ stato realizzato dalla SGA (Società Grandi Alberghi) di Gianni Gori e Giorgio Vincenzi. E’ sorto sull’area dell’ex Biscottificio Baresi, una struttura industriale dimessa tra via Massarotti  e via de Stauris acquistata proprio per realizzarvi il primo autosilo cittadino. Era il tempo del boom delle auto, alla fine degli anni Ottanta. I due imprenditori, tra l’altro, erano loro stessi concessionari automobilistici, e volevano costruire il parking proprio a fianco del centro assistenza dell’Automobil Club, tutti dettagli non trascurabili per capire come la struttura fosse sorta in un momento economico e di concetto di uso dell’auto ben diverso rispetto all’attuale. La macchina sembrava l’unica vera e grande risorsa italiana: arrivo, parcheggio, ho il centro assistenza, i quattrini ce li mette (in parte) il governo. La Sga poi fallì e  l’autosilo rimase allo stallo per oltre un decennio, finendo alle banche creditrici e quindi ad una immobiliare, la Cremona parcheggi, che venne poi rilevata, in mezzo a molte constestazioni, da Aem. La costruzione fu tribolata fin dall’inizio: il progetto originale prevedeva sei piani interrati e una palazzina negozi-uffici e albergo fuori terra. Tutto è poi cambiato all’avvio dei lavori. Dapprima la falda ballerina che aveva richiesto l’azione di pompe per mesi, poi le decine e decine di anfore romane trovate sul cantiere che imposero uno stop lunghissimo ai lavori.

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