Economia

Rinnovo contratto pubblici: critica Usb, oggi assemblea pubblica

foto di repertorio

Oggi pomeriggio, 23 febbraio, alle 17, il sindacato di base Usb organizza un’assemblea pubblica sui contratti nel pubblico impiego, presso la sala Zanoni di via del Vecchio Passeggio. Il sindacato è  critico nei confronti dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni Locali (include tra l’altro regioni, province e città metropolitane, comuni, camere di commercio) siglata appena due giorni fa presso l’Aran dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Csa. Un’intesa – afferma il sindacato –  che dopo ben otto anni di mancato rinnovo, non solo si limita a elargire misere mancette preelettorali ai lavoratori, ma è soprattutto un arretramento sul piano dei diritti e la prosecuzione dell’accanimento normativo contro i lavoratori pubblici. In questa tornata contrattuale non sono stati affrontati temi importanti come la nuova classificazione professionale, di cui è stata fornita solo una tabella economica sulle possibili nuove categorie e le specificità del settore educativo e scolastico, tutte tematiche che sono state rimandate ad una apposita commissione paritetica da istituire. Un contratto fatto in fretta, che ha bypassato completamente tematiche di particolare interesse per lavoratrici e lavoratori del comparto.

È previsto inoltre lo scippo delle risorse economiche dal fondo del personale non dirigente, con la decurtazione dei corrispettivi finanziamenti della retribuzione di posizione e di risultato delle posizioni organizzative, che saranno corrisposte a carico dei bilanci degli enti. Nessun accenno alla diminuzione dell’orario di lavoro che rimane a 36 ore, mentre sul piano normativo si registra un inasprimento del codice disciplinare. Inaccettabile poi che per la Polizia Locale i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie siano utilizzati per rimpinzare i fondi di previdenza complementare Perseo-Sirio e per il welfare aziendale. Altrettanto inaccettabile che nelle Camere di Commercio sia stato  introdotto un fondo di assistenza sanitaria integrativa con le risorse dei lavoratori.

Dal punto di vista economico va registrata una misera mancetta elettorale, che corrisponde ad un aumento medio lordo di 63,50 euro per un lavoratore di fascia C2, che sarà riconosciuto dal 1 marzo 2018. Scandaloso l’elemento perequativo previsto che sarà corrisposto solo per 10 mesi e non sarà pensionabile: per un lavoratore di fascia C2 corrisponde a soli 22,00 euro mensili.

Per USB un’ipotesi di contratto da rigettare in toto e rimandare al mittente, un’ipotesi che dopo tutti questi anni di mancato rinnovo prende in giro i lavoratori ed ha fini esclusivamente elettorali sia per la politica che per i sindacati complici”.

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