La biblioteca della Casa Circondariale è nella Rete Bibliotecaria Cremonese
La biblioteca della Casa Circondariale di Cremona entra nel circuito dei servizi della Rete Bibliotecaria Cremonese (Rbc). Finalità ed impegni di questo importante esempio di collaborazione fra istituzioni a favore dell’accesso all’informazione e alla lettura – uno dei pochissimi esempi sul territorio nazionale – sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella Casa Circondaraile di Cremona.
Sono intervenuti Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona, ente capofila della Rete Bibliotecaria Cremonese, Maria Gabriella Lusi, direttrice della Casa Circondariale, e Alberto Mariani, dirigente scolastico del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia). Sono questi infatti i rappresentanti delle tre istituzioni che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che definisce i rapporti tra Rbc e Casa Circondariale di Cremona. Erano inoltre presenti Elisabetta Nava, Presidente della rete Bibliotecaria Cremonese, Rosita Viola, Assessore alla Trasparenza e Vivibilità sociale, Giuseppe Novelli, Coordinatore responsabile dell’area trattamentale della Casa Circondariale, i docenti Elena Blasi e Aida Salanti del Cpia.
Il progetto nasce dalla considerazione che le biblioteche devono essere un servizio disponibile e aperto a tutti i cittadini, compresa la popolazione carceraria, come forma di partecipazione della comunità esterna all’attività trattamentale e quale importante forma di coesione sociale. Partendo da tale presupposto, il Comune di Cremona, in qualità di capofila della Rete Bibliotecaria, nel 2017 ha avviato i primi contatti sia con la Casa Circondariale che con il Cpia per valutare la possibilità di aprire una biblioteca all’interno del carcere supportata dalla consulenza della Rete Bibliotecaria.
La direzione della Casa Circondariale ha aderito da subito alla proposta. L’Ordinamento Penitenziario (L. 354/75) stabilisce infatti che presso ogni istituto deve essere organizzato un servizio di biblioteca come risorsa importante per il trattamento dei detenuti, incoraggia a potenziare tale servizio attraverso intese con biblioteche e centri di lettura pubblici presenti sul territorio, mentre i detenuti debbono avere un agevole accesso a tale servizio.
A sua volta il Cipia ha valutato positivamente la possibilità di collaborare a questa iniziativa alla luce anche delle linee guida del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur) del marzo 2015 sul potenziamento delle biblioteche negli istituti di prevenzione e pena. Altro aspetto da tenere presente è che nella Casa Circondariale di Cremona è presente una sede istituzionale del Cpia che organizza, propone e gestisce attività scolastiche, formative, laboratoriali ed educative in genere.
Scopo del progetto è favorire quanto più possibile l’accesso dei detenuti alle pubblicazioni delle biblioteche dell’istituto e della Rete Bibliotecaria, alle quali la Casa Circondariale aderisce, compatibilmente con le esigenze organizzative e di sicurezza della struttura penitenziaria. L’iniziativa costituisce inoltre una forma di partecipazione della comunità esterna all’attività trattamentale, inoltre il servizio bibliotecario in carcere sarà aperto non solo ai detenuti dell’istituto ma anche a tutto il personale in servizio nella struttura di via Ca’ del Ferro: tutti potranno infatti usufruire del servizio di prestito interbibliotecario richiedendo, attraverso la biblioteca, i documenti presenti nelle 300 biblioteche della rete bibliotecaria cremonese e bresciana.
Per l’avvio del servizio la Rete Bibliotecaria ha curato gli aspetti organizzativi, di automazione e la formazione specifica sia dei docenti del Cpia attivi presso la Casa Circondariale, sia dei detenuti stessi. La Rete Bibiliotecaria seguirà tutte le attività di consulenza necessarie al corretto funzionamento delle biblioteca. Dal punto di vista operativo il servizio sarà curato da due docenti del Cpia (Elena Blasi e Aida Salanti) referenti della biblioteca e da un gruppo di detenuti formati e sostenuti in questa attività sia dalla Rete Bibliotecaria sia dai docenti del Cpia (in questa fase di avvio sono sei quelli che hanno collaborato).
“Un progetto importantissimo a cui abbiamo creduto molto come Comune e come Rete Bibliotecaria e al quale tanti hanno lavorato. Questa iniziativa rappresenta una sorta di finestra tra il dentro e il fuori, ma anche tra il fuori e il dentro. E’ un servizio per il territorio perché anche il carcere fa parte del territorio. E’ la cultura che cresce le persone nelle conoscenze e nelle competenze, che matura e connette la comunità e che genera processi virtuosi, di risparmio e di efficienza”, così ha commentato il Sindaco Gianluca Galimberti nel corso della presentazione.