Cronaca

Assunzione docenti, Ceraso: 'Sbagliato non fare fare concorso pubblico'

No alle stabilizzazione di docenti precari senza un concorso pubblico. A dirlo è il consigliere comunale Maria Vittoria Ceraso, che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al Consiglio Comunale di Cremona, relativamente alla stabilizzazione di 5 assistenti sociali, 4 istruttori direttivi esperti in processi di integrazione e 26 istruttori educatori, in ottemperanza alla legge Madia relativa al superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni.

Quella avviata dall’amministrazione comunale proprio nella giornata di martedì 13 febbraio, con la pubblicazione sull’albo pretorio dell’avviso per la presentazione delle domande di stablizzazione, che vanno presentate entro mercoledì 28 febbraio. Possono accedere coloro che risultino in servizio, anche non continuativo, dal 28 agosto 2015, che siano state assunte a tempo determinato con procedure concorsuali e che al 31 dicembre al 31 dicembre abbia maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 8 anni.

I 26 istruttori educatori, ossia insegnanti, tuttavia, per Ceraso, “non risultano utilmente classificati in graduatorie di merito riferite a concorsi pubblici per la copertura di posti per il medesimo profilo. Gli istruttori educatori che beneficeranno della stabilizzazione sono stati infatti assunti dal Comune di Cremona a tempo determinato non mediante concorso pubblico ma mediante una procedura semplificata di Selezione pubblica, tramite colloquio, per la formazione di due graduatorie per la figura professionale di istruttore educatore da utilizzare, in caso di necessità, per l’assunzione a tempo determinato presso la scuola per l’infanzia e gli asili nido”.

Il consigliere non contesta “la professionalità e la competenza dei 26 istruttori educatori per i quali è prevista la stabilizzazione”, ma “l’assenza di un concorso pubblico a monte delle suddette stabilizzazioni. Ciò in netto contrasto con quanto avvenuto in passato, ad esempio durante il mandato Perri, quando per stabilizzare il personale precario si è scelto di bandire veri e propri concorsi pubblici nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza e per garantire al massimo anche l’accessibilità dall’esterno valorizzando il merito, pur prevedendo posti riservati per coloro che avevano maturato competenze ed esperienze attraverso contratti a termine con l’Amministrazione i quali però, con grandi sacrifici, studiando e lavorando, hanno in ogni caso dovuto superare preselezioni, prove scritte e orali”.

L’INTERROGAZIONE

LaBos

 

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