Anche cremonesi tra i clienti dei trafficanti di droga presi nella Bassa piacentina
Mesi di appostamenti fra campi e fossi della Bassa, intercettazioni telefoniche, arresti in flagranza, fino a scoprire i vertici dell’organizzazione criminale finalizzata al traffico illecito di stupefacenti: la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 16 persone, tutte già coinvolte nell’indagine dei carabinieri di Fiorenzuola chiamata “Myocastor”, in relazione alla quale 56 persone sono finite in carcere per traffici di droga nelle campagne di Monticelli, Caorso, Pontenure, Carpaneto, Castellarquato e Fiorenzuola attuati fra il 2015 e il 2016.
Secondo quanto risulta, i clienti abituali erano non solo piacentini e parmensi ma anche cremonesi, di età e ceti sociali differenti: ragazzi giovanissimi accanto a tossici con storie decennali di dipendenza alle spalle, operai e professionisti.
Gli acquirenti di eroina e cocaina si contavano a centinaia a fronte di decine di pusher, le forze dell’ordine locali stimano che l’organizzazione guadagnasse fra i 1.500 e i 2.000 euro al giorno, con un giro d’affari che superava il mezzo milione di euro l’anno. Ai vertici da Milano c’era un quarantaduenne marocchino, Bouazza Annaoui, attualmente detenuto nel carcere di Piacenza, che con un team di collaboratori si occupava di procurare la droga, organizzare i viaggi e gestire sia gli spacciatori sia le vedette incaricate di monitorare le aree scelte per la compravendita.
L’ordinanza che contesta l’esistenza di un’associazione criminale è stata eseguita nei giorni scorsi e ad Annaoui è stata notificata lunedì in tribunale, dove l’uomo era presente come imputato in uno dei processi che hanno preso vita dall’operazione “Myocastor”. Nonostante l’organizzazione sia stata smantellata, i traffici illeciti sembrano proseguire fra canali di irrigazione, zone golenali del Po e argini del Riglio, forse un indicatore che il controllo del territorio è passato ad un nuovo gruppo criminale.