Cronaca

Delitto di Macerata, la moglie di un arrestato era in struttura di accoglienza nel Cremonese

Era ospite in una struttura di accoglienza del territorio cremonese la nigeriana moglie dell’uomo intercettato nel tardo pomeriggio di venerdì a Milano, che i carabinieri di Macerata cercavano da tempo. Lo rivela il Corriere della Sera in un servizio sull’orrendo delitto che ha visto la morte di Pamela Mastropietro, morta il 30 gennaio scorso, fatta a pezzi e nascosta in due trolley.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il nigeriano fermato a Milano insieme alla moglie, mentre si trovavano in un bar della stazione centrale forse pronti a scappare all’estero, frequentava la casa della vittima. Lui e un altro connazionale sono stati poi arrestati nella giornata di sabato, portando a tre il numero complessivo dei soggetti finiti in manette. Per loro i reati ipotizzati dalla procura di Macerata sono omicidio, vilipendio, occultamento di cadavere e concorso in spaccio di stupefacenti.

Secondo gli inquirenti, secondo quanto riporta il Corriere, sarebbe proprio il 29enne fermato a Milano colui che avrebbe avuto le capacità tecniche per straziare il corpo della vittima dopo la sua morte. Gli investigatori stanno indagando anche sulla moglie: si cerca di capire se, dopo essere partita in tutta fretta da Cremona. abbia raggiunto il marito nelle Marche, per poi partire con lui, o se lo abbia incontrato direttamente a Milano Centrale. Sempre secondo quanto scritto sul Corriere, al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche l’ipotesi che possa essere stata proprio la donna a lavare via il sangue dall’appartamento, utilizzando 10 litri di candeggina.

Per riuscire ad individuarli, gli investigatori hanno utilizzato un sistema sofisticato di rilevamento dei telefoni cellulari.

Laura Bosio

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