Ok dei garanti a referendum strada sud. Costi alti, possibili ripercussioni su bilancio
AGGIORNAMENTO - Nel giorno del via libera dei garanti al referendum sulla strada sud, nessun commento dall'amministrazione Galimberti. Che però sta iniziando a fare i conti con i costi dell'operazione.
Il comitato dei garanti ha deciso: il referendum sulla strada sud è legittimo. Lo hanno decretato i tre avvocati che si sono riuniti nel pomeriggio di oggi 6 febbraio per il responso definitivo: Monica Gennari e Giovanni Pigolotti (indicati dalla maggioranza) e Antonia Tundo (presidente, indicata dalla minoranza). Stando al regolamento vigente il sindaco dovrebbe indire la data di svolgimento entro il mese di febbraio e la consultazione dovrebbe avvenire nel mese di maggio: un sabato, tra le ore 7 e le 22.
Il quesito referendario con richiesta di indizione era stato protocollato in Comune lo scorso 31 ottobre da parte di Maria Cristina Arata, in rappresentanza di diverse centinaia di residenti del quartiere Giordano-Cadore che avevano risposto positivamente alla raccolta firme avvenuta in appena un paio di giorni. Questa la domanda: “Sei favorevole al mantenimento del progetto della Strada Sud nella programmazione e pianificazione urbanistica vigente del Comune di Cremona?”.
La decisione, a maggioranza (due voti a uno) è stata presa oggi in seguito allo slittamento dei tempi dovuto alla mancata costituzione del comitato garanti quando il quesito venne presentato. Il 30 novembre la loro nomina da parte del Consiglio comunale; solo il 22 dicembre hanno ricevuto il quesito da esaminare. Stando all’attuale regolamento (che molto probabilmente, superata questa fase, verrà rivisto) il sindaco avrebbe dovuto trasmettere il quesito ai garanti entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta.
AGGIORNAMENTO – Dall’amministrazione Galimberti nessuna comunicazione ufficiale in giornata, ma solo la presa d’atto dell’esito dell’esame di legittimità del quesito. Nessuno sembra intenzionato a tornare indietro su quello che era stato un punto fermo nel programma elettorale con cui il centrosinistra aveva ottenuto la maggioranza. Dunque si andrà avanti con il procedimento di variante del Pgt che prevede lo stralcio del tracciato dalla programmazione urbanistica. Sta piuttosto prendendo forma un’altra preoccupazione, quella delle ingenti risorse che la consultazione referendaria comporterà per le casse comunali: tra straordinari per il personale, pubblicazione del materiale referendario, allestimento dei seggi, il referendum costerà quasi 200mila euro, secondo una stima di massima. E con il Bilancio di previsione ormai definito, non è chiaro da dove verranno attinte le risorse.