Cronaca

Mal'Aria 2018, Cremona maglia nera con 178 giorni di inquinamento

Cremona maglia nera a livello nazionale per l’inquinamento. A dirlo è il rapporto Mal’Aria 2018 stilato da Legambiente, secondo cui la nostra città si classifica al primo posto, con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono). Segue Pavia con 167 giornate, Lodi, Mantova e Monza  alla pari con 164 giorni di inquinamento totale, Milano con 161 si posiziona a breve distanza.

“Nonostante 83 comuni, ben più dei 30 obbligati a farlo, abbiano emanato ordinanze antismog per adeguarsi al protocollo ‘Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria’ come previsto da Regione Lombardia per il recepimento dell’Accordo del Bacino Padano stipulato il 9 giugno 2017, su tutta la Lombardia tira la solita irrespirabile aria, mitigata solo dalla variabilità meteorologica” evidenzia Legambiente.

“Un risultato positivo, anche se l’adeguamento dei comuni chiamati a dotarsi di ordinanze è avvenuto con inerzie e ritardi rispetto al momento in cui (inizio ottobre) sarebbe stato opportuno poter disporre di questi strumenti ai fini delle attività di accertamento. A causa di forti limiti strumentali, l’azione di controllo dei veicoli circolanti è stata più episodica che sistematica in gran parte della province. Tuttavia, per quei comuni che hanno già inviato dati sull’attività di vigilanza emerge un dato di buona adesione alle misure da parte dei proprietari di veicoli, dal momento che a fronte di migliaia di verifiche, sono relativamente poche le infrazioni contestate a veicoli non a norma. Tra i comuni che si distinguono troviamo i comuni della città metropolitana, escluso Milano, e Bergamo, che effettua un’attività di controllo estremamente metodica e ricorrente” continua l’associazione.

Seppur Regione Lombardia abbia svolto un’attività di coordinamento con le altre regioni firmatarie dell’accordo, resta – secondo Legambiente – la critica di fondo all’efficacia e alla pertinenza delle disposizioni previste dall’accordo stesso, commisurate alla dimensione dell’emergenza smog sul lungo periodo.

«Risanare l’aria richiede investimenti, che non ci sono” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Basti confrontare la somma di finanziamenti ministeriali previsti dall’accordo per la Lombardia, che prevedono 4 milioni di euro per incentivi alla sostituzione di veicoli inquinanti e investimenti delle aziende agricole per il contenimento delle emissioni da stoccaggio e impiego di liquami zootecnici, con lo stanziamento statale ad ANAS per realizzare l’ennesima inutile opera stradale nell’area milanese: il nuovo collegamento Vigevano-Malpensa. I fondi del Ministero dell’Ambiente equivalgono all’1,6% dello stanziamento statale destinato ad una singola infrastruttura la cui realizzazione si pone in palese contrasto con le finalità di riduzione degli inquinanti. In ogni caso le somme stanziate per l’infruttuosa lotta allo smog sono nulla rispetto a quelle che si dovranno pagare in forma di sanzioni per non avere adempiuto agli obblighi di risanamento imposti dalla direttiva europea».

Il blocco temporaneo delle auto private diesel (in Lombardia fino agli euro4) nei giorni d’emergenza è stato attuato per la prima volta il 19 di ottobre. Anche se tali blocchi hanno influito marginalmente sulla qualità dell’aria dell’intera pianura padana, perché sono stati seriamente attuati da pochi comuni contemporaneamente, ha avuto comunque delle conseguenze rilevanti sull’andamento del mercato automobilistico nazionale. Sino a settembre le vendite di nuove auto diesel in Italia stavano crescendo del 8,5% rispetto al 2016, mentre a novembre sono scese dello 0,1% e a dicembre del 7,5%.

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