Cronaca

Ndrangheta, a Cremona tre perquisizioni e un arresto per armi illegali

Perquisizioni e arresti anche nel Cremonese nell’ambito della maxi operazione che ha visto impegnati i carabinieri di Modena e quelli di Piacenza, coordinati dalla Dda di Bologna, nell’ambito dell’indagine scaturita dagli elementi emersi nel corso del processo Aemilia.

In particolare, i carabinieri di Piacenza hanno eseguito perquisizioni mirate alla ricerca di armi clandestine: tre in provincia di Cremona (effettuati con il supporto dei colleghi del comando provinciale locale), una in provincia di Reggio Emilio e due in provincia di Cutro. L’attività è iniziata alle 5 della mattina di martedì e si è conclusa con due riscontri positivi, entrambi in provincia di Cremona.

Il più rilevante, a Sesto ed Uniti ha portato all’arresto di Riccardo Antonio Cortese, classe 1990, in quanto trovato in possesso di una pistola detenuta clandestinamente di marca Beretta, modello 1935. Quest’arma fu ceduta dalla Beretta all’esercito tedesco nel 1944, poi se ne persero le tracce, per cui non è censita nei registri delle armi.

Altra particolarità, fanno sapere dal comando dei Carabinieri di Piacenza, è che si tratta di una calibro 7,65, ma ha anche una seconda canna calibro 9. “Si tratta di un’arma non comune e che nasconde delle insidie, in quanto cambiando calibro si può facilmente usarla per commettere dei delitti senza che vi si possa risalire” evidenziano i militari.

L’arma era carica, con 8 colpi inseriti nel caricatore, e i carabinieri ne hanno rinvenuti a parte un’altra 40ina. Insieme a tutto questo è stata rinvenuta anche una penna pistola, ossia “un oggetto simile a una biro, che però nasconde una pistola Calibro 22 monocolpo: si tratta di un’arma piccola ma letale, soprattutto nelle brevi distanze” continuano i carabinieri.

Il tutto era nascosto in una scatola custodita in un cunicolo segreto del sottotetto, a cui si accedeva attraverso uno sportellino.

La seconda perquisizione ha interessato il comune di Crotta d’Adda, dove il proprietario dell’abitazione aveva in effetti la licenza per detenere armi in casa e aveva una 357 Magnum in perfetta regola. Ma assieme ad essa aveva anche delle cartucce calibro 12 da caccia a canna unica che invece non erano denunciate. E in casa non c’era nessuna arma compatibile con le stesse. Nei confronti dell’uomo, 46enne, è scattata la denuncia per il possesso di munizionamento non denunciato. Tutto è stato quindi sequestrato dagli uomini dell’arma.

Sempre nella stessa abitazione sono anche stati rinvenuti 2 pezzi di hashish di 22 grammi in tutto che la convivente dell’uomo, classe 1970, ha dichiarato essere di sua proprietà. Nei suoi confronti è quindi scattata la denuncia per detenzione di sostanze stupefacenti.

Nessun esito, infine, per la terza perquisizione, fatta in città. L’attività, in ogni caso, proseguirà  ulteriormente nelle prossime settimane.

I carabinieri di Modena hanno invece fermato Carmine Sarcone, di 39 anni, indagato per associazione mafiosa, e ritenuto il presunto boss della ‘Ndrangheta emiliana, collegato alla ben nota cosca Grande Aracri di Cutro. L’uomo è il fratello di Nicolino e Gianluigi Sarcone, entrambi arrestati nell’operazione dell’inchiesta “Aemilia” sulla penetrazione della mafia in Emilia-Romagna del 2015.

 

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