Cronaca

La truffa del finto incidente: 'O paghi o tua figlia va in prigione'. Due a processo

La mattina del 2 ottobre del 2015, un giorno prima del suo compleanno, Teresa, 87 anni, residente in città, aveva ricevuto una telefonata. “Era un avvocato, il dottor Rossi”, ha spiegato oggi l’anziana al giudice Giulia Masci nel processo a carico di due napoletani, presunti truffatori. “Cercava mia figlia, ma io vivo sola e in quel momento mia figlia non c’era”. Dieci minuti dopo l’anziana era stata ricontattata, sempre al telefono fisso. “Era un carabiniere”, ha raccontato la donna. “Mi ha detto che mia figlia aveva avuto un incidente. Non aveva la patente e correva troppo. Mi ha detto che avrei dovuto pagare perchè altrimenti mia figlia sarebbe andata in prigione. Prima mi ha chiesto 3.000 euro, ma io non avevo tutti quei soldi. Poi me ne ha chiesti 1000, e poi 500. Gli ho detto che in casa avevo solo 150 euro, e lui mi ha risposto che andava bene anche l’oro e che sarebbe passato un suo collega a ritirare tutto”. Teresa era ancora al telefono con il finto carabiniere quando al campanello aveva suonato il complice. ‘Vada, vada ad aprire’, le aveva detto la voce al telefono. ‘E’ il mio amico’. “Non era vestito da carabiniere”, ha ricordato la donna. “Era un bel giovanotto, ben vestito, non mi ha detto neanche una parola”. A quel punto l’87enne si era sfilata gli orecchini in oro bianco e la fede nuziale e li aveva consegnati al malvivente che l’aveva seguita in camera dove in un cassetto custodiva i 150 euro. Una volta preso il bottino, l’uomo se n’era andato e da lì a poco Teresa si era resa conto di essere stata raggirata. “Ho telefonato a mio nipote”, ha detto in aula la donna, “sono scoppiata a piangere, avrei dovuto capirlo, invece ci sono cascata”.

Del reato di truffa aggravata devono rispondere Fabio Manduca, 37 anni, e Mario Della Magna, 42 anni, entrambi napoletani ed entrambi con precedenti penali. Attualmente sono sottoposti a regime di semilibertà. Li difende l’avvocato Andrea Polara. I nomi dei due imputati erano emersi nel corso delle indagini e dalle analisi dei tabulati telefonici. Entrambi sono accusati di aver raggirato Teresa e un’altra cremonese. Nel fascicolo a loro carico si parla di altri 6-7 raggiri messi a segno con le stesse modalità.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 30 aprile per sentire la testimonianza dei carabinieri che hanno svolto le indagini.

Sara Pizzorni

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