Biotestamento, approvata la legge: plauso di Pizzetti, Bordo e Piloni
Molti i commenti positivi da parte della politica cremonese dopo l’approvazione definitiva in Senato, avvenuta oggi, della legge sul fine vita. A partire dal sottosegretario Luciano Pizzetti, secondo cui questo risultato “rappresenta una degna conclusione di questa legislatura. Non è un atto che promuove la morte. È un inno alla vita. A una vita da vivere in piena consapevolezza. Esalta il valore della persona e della sua scelta contro accanimenti terapeutici non desiderati e non voluti. Contro natura. Mette la persona al centro di ogni scelta nella pienezza delle proprie facoltà. Non ci possono essere né un vita né una morte di Stato. Ci può essere solo la vita che si sceglie di vivere in coscienza e con dignità. Nel rispetto dei convincimenti di ognuno. Questa legislatura è stata davvero importante affinché le persone possano godere di maggiori e migliori diritti. Le unioni civili, la lotta al caporalato, quella contro le dimissioni in bianco, il testamento biologico. Leggi attese da anni e finalmente approvate. Il Partito Democratico, dal Governo e in Parlamento, si è impegnato e battuto per queste conquiste di civiltà. Sono contento di aver contribuito a questa positiva stagione per i diritti delle persone. Sono fiero che il PD se ne sia fatto carico in modo determinate“.
Soddisfazione anche dal parlamentare Franco Bordo: “Ho creduto in questa difficile e giusta battaglia sin da prima di entrare in Parlamento” ha detto. “Tre sono i principi fondamentali della legge: il primo è quello del consenso informato, base di legittimità del trattamento sanitario. Per questo, si apre alla possibilità di chiedere l’interruzione delle cure. Deve essere chiaro: in questo testo non vi è alcuna legittimazione dell’eutanasia come atto che porta rapidamente alla morte, né si prevede il suicidio assistito. Il testo, quindi, si basa sulla distinzione che rifiutare le cure non è eutanasia: ‘il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche, anche quando conduce alla morte, non può essere scambiato per un’ipotesi di eutanasia, ossia per un comportamento che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte, esprimendo piuttosto tale rifiuto un atteggiamento di scelta, da parte del malato, che la malattia segua il suo corso naturale’. Il secondo principio è una nuova interpretazione della relazione di cura tra medico e paziente. L’obiettivo è la salute della persona intesa come la intende l’Oms, e cioè il miglior stato di benessere fisico-psichico-relazionale conseguibile da chi è curato. ‘Cura’ intesa quindi come farsi carico del malato in modo complessivo, cioè considerando sempre che si cura la persona e non solo un corpo. Con il pieno rispetto di una persona e delle sue idee, relazioni affettive, storia personale e fede religiosa. E infine l’inserimento delle Disposizioni Anticipate di Trattamento con il nuovo strumento della pianificazione anticipata delle cure», spiega il parlamentare. Questa legge, che permette al nostro Paese di fare un passo in avanti decisivo in tema di diritti e dignità delle persone, era attesa dalla stragrande maggioranza degli italiani. Oggi siamo più liberi. Liberi di scegliere“.
Plauso anche dalle fila del Pd cittadino, come esprime il segretario provinciale Matteo Piloni in una nota: “Il biotestamento è legge, ed è una legge importante. Una legge di civiltà.?Con questa legge i cittadini avranno la possibilità di dichiarare quali cure ritengono compatibili e quelle che non desiderano, qualora perdano coscienza e siano alle prese con malattie che non consentono il recupero di una vita vera e dignitosa.?Dopo la legge sulle Unioni Civili e quella sul Dopo di noi, solo per citarne due, grazie al lavoro del Parlamento di questi anni, l’Italia ha fatto passi in avanti sui diritti, recuperando anni di empasse che ci hanno confinato nelle ultime posizioni rispetto ad altri paesi europei.?Come altre leggi, anche quella sul Testamento biologico è sia un diritto che una responsabilità. E’ una legge che punta a riconoscere e rafforzare la dignità della persona in quella fase della vita che si appresta verso la fine, creando condizioni di inabilità insopportabili e irreversibili. E’ una legge di cui avevamo bisogno, perchè il rispetto e il riconoscimento della dignità è l’essenza di una società più libera e giusta”.