Politica

Lista unitaria della sinistra: l'anomalia ex Sel e Articolo 1 fa capolino in sala Quadri

Liberi e uguali. Ieri a Roma la lista unitaria della sinistra, che si chiamerà così, ha incoronato leader Pietro Grasso. A suggellare la stretta di mano tra Pippo Civati di Possibile, Roberto Speranza di Articolo 1 e Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, c’era anche la delegazione cremonese, composta dagli undici nominati dall’assemblea provinciale di qualche giorno fa. Alla testa della truppa cremonese Paolo Bodini, che, abbandonato Pisapia, in queste ore sta tornando in città in camper. Le truppe di Sinistra Italiana erano guidate dal coordinatore provinciale Lapo Pasquetti, già Sel, che a Roma ha mollato il Pd, ma sotto il Torrazzo no. In consiglio comunale è saldamente nella maggioranza targata democratici. Rosita Viola in giunta, la quale nell’ultimo rimpasto di deleghe si è assai rafforzata. E Filippo Bonali, sullo scranno di consigliere. Uno stato dell’arte che a più di uno nel Partito Democratico non sta più bene.

Da una parte, diciamo pure che il Pd vorrebbe prendersi l’assessorato di Viola. Dall’altra, si sussurra che Bodini stia lavorando sotto traccia, tessendo il filo del costituendo gruppo dei bersaniani. Se ne parla da tempo, in verità. Due indizi non fanno una prova, ma quasi. Ma chi farà parte di Mdp? Giancarlo Schifano e Roberto Cigala, quasi sicuramente. Il terzo, se usiamo la logica, potrebbe essere Bonali, al quale però non è stata fatta parola da nessuno.  “Non so nulla di queste cose”, ci risponde. “Se qualcuno sta pensando di creare un nuovo gruppo in Consiglio, in seguito a quanto successo a Roma, di certo non mi ha contattato. E se a qualcuno del Pd non sta bene quello che sto facendo, non è venuto a dirmelo”.

Ma spesso la logica non aiuta a spiegare determinate scelte politiche. Quindi che può succedere? Che il Pd guardi al gruppo Misto di maggioranza. Si dirà che Renato Fiamma e Carla Chiappani sono renziani. Per di più della prima ora. Fa niente: la fedeltà al Pd non è un obbligo e cambiare idea si può. Eppoi i due stanno prendendo le distanze da Renzi. Piano piano. E questo è certamente un segnale.

Simone Bacchetta

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