Cronaca

Amianto in stazione, sotto sorveglianza 46 ex ferrovieri del reparto manutenzione

Vista dall'alto dei magazzini della stazione di Cremona

Sono oltre duecento i lavoratori sotto sorveglianza sanitaria da parte dell’ospedale di Cremona per pregressa esposizione all’amianto. Di questi, un numero molto elevato, 46, è rappresentato dagli ex ferrovieri addetti alla manutenzione delle cosiddette squadre rialzo di Cremona. Sorprendono di meno, purtroppo, i 41 casi provenienti dall’ex Inar di Romanengo, in carico dal 2012 e classificati come sottoposti ad altissima esposizione: la ditta ha lavorato amianto per ben quarant’anni, dal 1951 fino al 1991. Nel 2004 la chiusura e poco dopo l’inizio di una battaglia legale, mossa dagli ex lavoratori e dalle loro famiglie: unico imputato l’amianto, che ha compromesso la salute di molti dipendenti, fino a causare oltre venti decessi.

Altri 29 sono lavoratori provenienti dalla Carlo Colombo di Pizzighettone; 16 della ex Kock di Bagnolo Cremasco, 7 sono per lo più artigiani e muratori appartenenti a ditte individuali.
Per ulteriori 75 persone è più difficile stabilire la provenienza, anche se un dato certo è che una parte di essi è costituita dagli ex lavoratori delle condutture del Comune di Cremona. Sono tutti iscritti nel registro ex esposti amianto dell’Ats Valpadana, sotto sorveglianza sanitaria da parte della Unità Operativa Ospedaliera di Medicina del Lavoro diretta da Mauro D’Anna.
I dati sull’esposizione all’asbesto sono stati diffusi dall’Asst in vista del convegno “La sorveglianza sanitaria dei soggetti ex esposti ad amianto” che si svolgerà sabato 25 novembre nell’Aula Magna dell’Ospedale.
L’iniziativa è rivolta a tutte le professioni sanitarie ma serve anche a fare informazione su un fenomeno che continua a preoccupare la provincia di Cremona come il resto della Lombardia.
I numeri che verranno presentati al convegno parlano di una diminuzione delle prime visite ma di un aumento dei controlli successivi, segno che c’è meno attenzione nell’avvicinarsi al fenomeno da parte di nuovi lavoratori, ma più timore da parte di chi è già certificato e iscritto al registro.

Le visite, come specifica il dottor D’Anna, sono gratuite per i pensionati, a carico del datore di lavoro e dell’asst al 50% ciascuno. Si ripetono con ciclicità triennale per i fumatori o quinquennale se il lavoratore non fumava, salvo una diversa disposizione del medico competente.

Michela Cotelli

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