Cultura

Stagione Concertistica del Ponchielli: dal 13 novembre al via gli abbonamenti

Dal 13 al 24 novembre sarà possibile per gli ex abbonati alla Stagione Concertistica 2016/17 rinnovare il proprio abbonamento. Sempre nelle stesse date sarà possibile anche sottoscrivere i nuovi abbonamenti, mentre i biglietti per i singoli concerti saranno posti in vendita dal 24 novembre.

Saranno nove gli appuntamenti della Stagione Concertistica 2017/18 del Teatro Ponchielli divisi tra tradizione e innovazione con grandi orchestre (sinfoniche e da camera), solisti e direttori d’orchestra prestigiosi e proposte singolari.

Il debutto di stagione, nel dicembre 2017, è affidato alla Ukrainian Radio Symphony Orchestra di Kiev diretta da Vladimir Sheiko, suo direttore principale e direttore artistico dal 2005.

Ad affiancare l’Ukrainian Radio Symphony Orchestra ci sarà il pianista Giuseppe Albanese, definito come uno dei migliori pianisti italiani emersi negli ultimi anni, che interpreterà il Concerto n.1 in si bemolle minore op.23 per pianoforte e orchestra di ?ajkovskij; il programma, sicuramente nelle corde dell’orchestra, si completa con la maestosa Sinfonia n.4 in fa minore op.36 di ?ajkovskij.

A seguire sarà la volta dell’Orchestra da Camera di Mantova, si potrebbe definire ormai l’Orchestra in Residence del Ponchielli, a cui si unirà il pianista Benedetto Lupo, considerato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione. Il programma sarà dedicato a tre concerti che furono eseguiti per la prima volta a distanza di undici anni l’uno dall’altro: il Concerto n. 1 in si bemolle maggiore, quello di un giovane Salieri che nel 1773, a Vienna, si cimenta con le sue uniche composizioni per strumento a tastiera e orchestra; il Concerto n. 19 in fa maggiore KV 459 di un Mozart che, nel 1784, è perfettamente padrone del genere e che per il proprio virtuosismo di autore e di interprete tratteggia un concerto spensierato e gioioso, dove gli accenni di malinconia sono spazzati via da un finale tra i più brillanti e umoristici; infine, il Concerto n. 2 in si bemolle maggiore op. 19 di un giovane Beethoven che per affermarsi a Vienna, sua città d’elezione, scrive il suo primo Concerto importante (anche se pubblicato come secondo) nella stessa tonalità del concerto di Salieri e che, nella prima esecuzione del 1795, fu il solista alla tastiera con Salieri a dirigere l’orchestra. Tre Concerti, insomma, che sono legati da una fitta trama di coincidenze e suggestioni e che verranno qui riproposti in ordine cronologico.

A febbraio la Filarmonica Arturo Toscanini festeggerà con Antonio Ballista e Bruno Canino i sessant’anni del celebre duo eseguendo il Concerto per due pianoforti e orchestra FP 61 F di Poulenc e il brano dedicatogli dal Maestro Ennio Morricone Varianti per Ballista Antonio e Canino Bruno per due pianoforti e orchestra d’archi.

A marzo ecco la Junge Deutsche Philharmonie diretta dal giovanissimo David Afkham, promettente direttore tedesco attualmente direttore principale dell’Orchestra Nazionale di Spagna; con loro si esibirà il violoncellista Steven Isserlis, musicista acclamato per la sua sensibilità musicale quanto per la sua strepitosa tecnica strumentale.

L’ultimo concerto, non in ordine cronologico, che vede un’orchestra sul palco sarà quello di aprile con l’Orchestra di Padova e del Veneto che proporrà un programma cucito sulla figura di Olli Mustonen, artista finlandese che si esibirà nella triplice veste di compositore, direttore e pianista: al suo Trittico per archi seguiranno il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Beethoven e la Sinfonia n. 5 di Sibelius.

Nella stagione concertistica 2017-2018 vi sarà anche un rinnovato spazio dedicato alla musica da camera.

Due gli appuntamenti di particolare rilievo che vedranno esibirsi a gennaio il quartetto d’eccezione formato da Pietro De Maria (pianoforte), Enrico Dindo (violoncello), Marco Rizzi (violino) e Alessandro Carbonare (clarinetto), in occasione del centenario della morte di Debussy, ci faranno ascoltare la Première Rhapsodie per clarinetto e pianoforte e le due sonate per violino e violoncello e pianoforte; concluderà il concerto Le Quatuor pour la fin du temps di Messiaen che vedrà protagonisti sul palco tutti e quattro i solisti.

Chiusura di stagione d’eccellenza con un duo di caratura internazionale: il celebre violinista greco Leonidas Kavakos e il pianista Enrico Pace. Coppia cameristica ampiamente rodata (qualche anno fa hanno vinto il Premio Abbiati), il violinista Kavakos e il pianista Pace stanno definendo il programma proprio in base alle particolarità acustiche del teatro visto che entrambi non si sono mai esibiti al Ponchielli.

Avviato con successo nella stagione 2014-2015, il Teatro Ponchielli ha scelto di proseguire con il diversaMente concerti, proponendo esecuzioni che consentono una rivisitazione innovativa e non forzata di capolavori del repertorio classico, anche attraverso organici inusuali per una sala da concerto quale la nostra. Anche nella Stagione 2018 il pubblico del Ponchielli avrà così modo di apprezzare artisti di grande fama e dalla comprovata formazione “classica” che hanno poi scelto di aprirsi a linguaggi espressivi originali, anche attraverso una commistione di generi, senza tuttavia tradire le origini musicali dalle quali prendono avvio.

Entrambi a febbraio, i due appuntamenti del diversaMente concerti vedono sul palcoscenico il Signum Sax Quartet e la Spira Mirabilis.

Il Signum Sax Quartet, già ospite del nostro teatro nel 2015, interpreterà un frizzante programma, BACHianas; grazie all’unione della giovane violoncellista olandese Harriet Krijgh, il quartetto di sax disegnerà un arco tra Bach a Piazzolla.

La Spira Mirabilis, che salta subito agli occhi per essere un’orchestra senza direttore, è una strana e affascinante creatura musicale dove a tenere in mano la bacchetta è lo studio approfondito della partitura; sul palco del Ponchielli eseguiranno le Danze Slave di Dvorak.

giovedì 14 dicembre, ore 20.30 -inaugurazione

Ukrainian Radio Symphony Orchestra – Kiev

Vladimir Sheiko, direttore

Giuseppe Albanese, pianoforte solista

Programma:

P.I. ?ajkovskij, Concerto n.1 in si bemolle minore op.23 per pianoforte ed orchestra

P.I. ?ajkovskij, Sinfonia n.4 in fa minore op.36

Giuseppe Albanese è tra i più richiesti pianisti della sua generazione, molto successo hanno avuto gli ultimi suoi CD editi dalla DGG: “Fantasia”, con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann e “Après une lecture de Liszt”, interamente dedicato al compositore ungherese. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio di Kiev è stata diretta da grandi maestri come Ghennady Rozhdestvensky e si contraddistingue per la valorizzazione della tradizione musicale orientale, con un archivio che conta oltre diecimila incisioni effettuate a Kiev in uno dei più’ grandi studi di registrazione europei.

Dal 2005 Vladimir Sheiko ne è direttore principale e direttore artistico. Kapellmeister all’Opera Nazionale di Kiev, Sheiko si perfeziona a Mosca sotto la guida di Fuat Mansurov. Questo concerto è dedicato interamente a ?ajkovskij con due tra le sue opere più’ popolari, il Primo concerto per pianoforte, di perigliosa esecuzione (giudicato ineseguibile alla prima del 1875), intriso nella sua forma classica di temi russi trascinanti e la Quarta Sinfonia, forse la sua più intima, nella quale il compositore dà sfogo ai suoi sentimenti più reconditi.

martedì 16 gennaio, ore 20.30

Orchestra da Camera di Mantova

Benedetto Lupo, pianoforte solista

Carlo Fabiano, violino concertatore

Programma:

A. Salieri, Concerto n. 1 in si bemolle maggiore

W.A. Mozart, Concerto n. 19 in fa maggiore KV 459

L. van Beethoven, Concerto n. 2 in si bemolle maggiore op. 19

Tre Concerti che furono eseguiti per la prima volta a distanza di undici anni l’uno dall’altro: quello di un giovane Salieri che nel 1773, a Vienna, si cimenta con le sue uniche composizioni per strumento a tastiera e orchestra; poi quello di un Mozart che, nel 1784, è perfettamente padrone del genere e che per il proprio virtuosismo di autore e di interprete tratteggia un Concerto spensierato e gioioso, dove gli accenni di malinconia sono spazzati via da un finale tra i più brillanti e umoristici; infine, quello di un giovane Beethoven che per affermarsi a Vienna, sua città d’elezione, scrive il suo primo Concerto importante (anche se pubblicato come secondo) nella stessa tonalità del Concerto di Salieri e che, nella prima esecuzione del 1795, fu il solista alla tastiera con Salieri a dirigere l’orchestra. Tre Concerti, insomma, che sono legati da una fitta trama di coincidenze e suggestioni e che verranno qui riproposti in ordine cronologico.

Benedetto Lupo, considerato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione, si è imposto all’attenzione del mondo musicale con l’affermazione nel 1989, primo italiano, al prestigioso Concorso Internazionale Van Cliburn che lo ha portato a suonare con le più importanti orchestre americane ed europee come la Philadelphia Orchestra, Boston Symphony, Chicago Symphony, Los Angeles Philharmonic, Orchestre Symphonique de Montréal, Seattle Symphony, Vancouver Symphony, la London Philharmonic, Gewandhaus Orchester di Lipsia, Rotterdam Philharmonic, Hallé Orchestra, Deutsches Symphonie-Orchester, Stuttgarter Philharmoniker, Orquesta Nacional de España, Orchestre Philharmonique de Monte Carlo, Orchestre Philharmonique de Liège, Bergen Philharmonic, Orchestre du Capitole de Toulouse.

L’Orchestra da Camera di Mantova nasce nel 1981 e s’impone da subito all’attenzione generale per brillantezza tecnica, assidua ricerca della qualità sonora, sensibilità ai problemi stilistici. Tanto che nel 1997 i critici musicali italiani le assegnano il Premio “Franco Abbiati”, quale miglior complesso da camera, «per la sensibilità stilistica e la metodica ricerca sulla sonorità che ripropone un momento di incontro esecutivo alto tra tradizione strumentale italiana e repertorio classico».

martedì 30 gennaio, ore 20.30

Pietro De Maria, pianoforte

Enrico Dindo, violoncello

Marco Rizzi, violino

Alessandro Carbonare, clarinetto

Programma:

C. Debussy*, Prima rapsodia per clarinetto e pianoforte

C. Debussy, Sonata per violoncello e pianoforte

C. Debussy, Sonata per violino e pianoforte in sol minore

* centenario della morte

O. Messiaen, Quartetto per la fine dei tempi

Dopo aver vinto il Premio della Critica al Concorso Tchaikovsky di Mosca nel 1990, Pietro De Maria ha ricevuto il Primo Premio al Concorso Internazionale Dino Ciani di Milano (1990), al Géza Anda di Zurigo (1994). Nel 1997 gli è stato assegnato il Premio Mendelssohn ad Amburgo. La sua intensa attività concertistica lo vede solista con prestigiose orchestre e con direttori quali Roberto Abbado, Gary Bertini, Myung-Whun Chung, Vladimir Fedoseyev, Daniele Gatti, Alan Gilbert, Eliahu Inbal, Marek Janowski, Ton Koopman, Michele Mariotti, Ingo Metzmacher, Gianandrea Noseda.

Figlio d’arte, Enrico Dindo inizia a sei anni lo studio del violoncello. Si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “ROSTROPOVICH” di Parigi. Mstislav Rostropovich scrisse di lui: “… è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”.

Marco Rizzi è in Italia considerato uno dei musicisti più apprezzati e la sua attività artistica viene seguita con entusiasmo. Regolarmente ospite delle sale più prestigiose come la Scala di Milano, la Salle Gaveau e la Salle Pleyel a Parigi, il Lincoln Center di New York, la Sala Grande del Conservatorio di Mosca, la Musikhalle di Amburgo, il Tivoli di Copenhagen, il Concertgebouw di Amsterdam, la Konzerthaus di Berlino, ha collaborato con direttori quali R. Chailly, H. Vonk, A. Ceccato, V. Jurowski, P. Eötvös, e con rinomate orchestre quali la Staatskapelle Dresden, la Indianapolis Symphony Orchestra.

Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a Parigi, dove per 15 anni ha occupato il posto di primo clarinetto solista all’Orchestre National de France. Su personale invito di Claudio Abbado, Alessandro Carbonare ha accettato il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart con la quale, sotto la direzione del M° Abbado, ha registrato per Deutsche Grammophon il concerto K622 al clarinetto di bassetto, lavoro che ha vinto il 49° Record Academy Awards 2013.

mercoledì 7 febbraio, ore 20.30

Filarmonica Arturo Toscanini

Andriy Yurkevych, direttore

Antonio Ballista, pianoforte

Bruno Canino, pianoforte

Programma:

E. Morricone, Varianti per Ballista Antonio e Canino Bruno per due pianoforti e orchestra

F. Poulenc, Concerto per due pianoforti e orchestra FP 61

A. Dvo?ák, Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”

Sessant’anni fa Antonio Ballista e Bruno Canino si incontrarono al Conservatorio di Milano nella stessa classe di pianoforte e, spinti da voracità musicale pari solo alla loro curiosità, incominciarono a leggere insieme una grande quantità di musica: si presentarono prestissimo in pubblico nel repertorio a quattro mani e per due pianoforti, dando inizio ad una fortunata carriera che si è protratta fino ad oggi senza interruzioni.

Proprio il loro spirito di ricerca li portò ad inserirsi in quel fermento di rinnovamento totale del linguaggio musicale che, a partire dagli anni ‘50, si espanse in tutte le direzioni dalla roccaforte di Darmstadt.

Il repertorio contemporaneo infatti si arricchì di molte composizioni dedicate al duo: dal Concerto di Berio eseguito in prima mondiale a New York con la New York Philharmonic diretta da Boulez (la cui incisione discografica con la London Simphony sotto la direzione dell’autore valse al duo un prestigioso Music Critic Award), al recente Cloches di Donatoni. Dallapiccola, Ligeti, Boulez, Kagel e Cage effettuarono concerti con loro, e Stockhausen collaborò personalmente in una lunga tournée di Mantra. La indiscussa autorità del duo riuscì ad introdurre la nuova musica persino nelle istituzioni più tradizionali, come la Società del Quartetto di Milano, per la quale furono eseguiti negli anni 60 i Tableaux vivants di Bussotti. Oltre al repertorio contemporaneo, il duo Canino-Ballista frequenta regolarmente i sentieri meno battuti del repertorio tradizionale (l’opera integrale di Schubert a quattro mani, la Nona Sinfonia di Beethoven trascritta da Liszt per due pianoforti, la Sagra della Primavera di Stravinskij trascritta dall’autore per pianoforte a quattro mani).

Il 26 gennaio 2017, nella cornice dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017, l’Università degli Studi di Milano conferì la terza laurea magistrale honoris causa in Scienze della musica e dello spettacolo a Ennio Morricone. Nel corso della cerimonia fu eseguito in prima mondiale, alla presenza del compositore, l’ultimo suo lavoro, scritto per l’occasione:

Varianti per Ballista Antonio Canino Bruno per due pianoforti e orchestra d’archi.

giovedì 22 febbraio, ore 20.30 – diversaMente concerti

Signum Sax Quartet

Harriet Krijgh, violoncello

Programma:

Johann Sebastian Bach, Orchester Suite Nr. 1 in C-Dur BWV 1066

Heitor Villa-Lobos, Bachianas Brasileiras No. 5

Astor Piazzolla, Four, for Tango

Göran Fröst, Little Ruben Rhapsody

Johann Sebastian Bach, Cello Suite Nr. 3

Johann Sebastian Bach, Italienisches Konzert, BWV 971

Astor Piazzolla, Le Grand Tango

Il tango comunica il sottile legame tra due ballerini e il fascino particolare di questo ballo richiede la medesima complicità di quando si crea musica insieme. Dopo essersi esibiti con i violoncellisti Mario Brunello, Matthias Bartolomey e Alexander H?lshoff, il Signum Sax Quartet si divertirà a far musica con la giovane violoncellista Harriet Krijgh. “BACHianas” è un eccitante programma che disegna un arco tra Bach e Piazzolla.

I quattro musicisti Blaž Kemperle, Erik Nestler, Alan Lužar e Guerino Bellarosa si sono incontrati a Colonia dove hanno fondato nel 2006 il Signum Sax Quartet. I sassofonisti hanno studiato a Colonia, Vienna e Amsterdam e sono stati influenzati e ispirati dal Quatuor Ébène, dal Quartetto Artemide e da Gabor Takács-Nagy.

Premiati a concorsi internazionali come Lugano e Berlino, attualmente svolgono concerti e recital in tutta Europa. Nel 2013 hanno debuttato nella Carnegie Hall NY. Un risultato molto speciale e notevole è stato il premio “Rising Stars 2014/2015” dell’organizzazione concertistica europea (ECHO), che ha portato il quartetto a prestigiose sale da concerto come la Konzerthaus Vienna, Concertgebouw Amsterdam, Palais des Beaux -Arts Bruxelles, Gulbenkian Lisbona, Festspielhaus Baden-Baden, Philharmonie Lussemburgo, Elbphilharmonie Amburgo, Konzerthaus Dortmund, Philharmonie Colonia.

Il Signum Sax Quartet è costantemente alla ricerca di nuove idee e incontri artistici e la loro gioia e versatilità sperimentale si riflettono negli straordinari programmi; ne fa esempio la collaborazione con Harriet Krijgh, straordinaria violoncellista venticinquenne considerata una promessa del panorama musicale europeo.

mercoledì 28 febbraio, ore 20.30 – diversaMente concerti

Spira Mirabilis

Programma:

L. van Beethoven, Sinfonia n. 6 “Pastorale”

Non si definiscono un gruppo di musicisti che suonano insieme senza un direttore.

Non si definiscono un gruppo che fa spettacoli flash mob estemporanei come trovata pubblicitaria, pur amando suonare in luoghi insoliti e cercando nuovo pubblico fuori dalle classiche sale da concerto.

Non si definiscono un gruppo che prova intensivamente per preparare un bel concerto ma provano per imparare insieme e costruire una comune concezione del pezzo – quella che poi condivideranno con il pubblico.

Non è un’orchestra che segue la direzione di un leader.

Si definiscono un gruppo di musicisti professionisti che lavorano con passione e dedizione, animati dal desiderio di studiare musica insieme.

Questa è la Spira Mirabilis. Il numero di musicisti che studiano per ogni progetto può cambiare in base al repertorio. Ma ciò che non cambia mai sono le motivazioni e l’integrità del lavoro insieme.

Nel settembre del 2007, a seguito di un primo “laboratorio professionale”, con grande sorpresa, scoprirono che il nuovo modo di fare musica attraeva un pubblico internazionale in cerca di qualcosa che andasse oltre la tradizionale struttura di concerto e fu così che cominciò la loro prima tourée in Europa, ricca di successi di pubblico e critica.

sabato 17 marzo, ore 20.30

Junge Deutsche Philharmonie

David Afkham, direttore

Steven Isserlis, violoncello solista

Programma:

O. Messiaen, Les offrandes oubliées

H. Dutilleux, ‘Tout un monde lointain’, concerto per violoncello e orchestra

H. Berlioz, ‘Symphonie fantastique’ op. 14

Acclamato per la sua sensibilità musicale quanto per la sua strepitosa tecnica strumentale, Steven Isserlis è uno dei più celebri violoncellisti di oggi. Attraverso una discografia pluripremiata, Isserlis rivela la vastità del suo repertorio. La registrazione delle Suites di Bach per Hyperion ha ricevuto il premio Instrumental Disc of the Year e Critic’s Choice della prestigiosa rivista Gramophone. Oltre al CD dedicato a Schumann insieme a Denes Varjon, ha registrato le Sonate di Brahms con Stephen Hough e un disco di opere per violoncello e ensemble da camera. Scrivere e suonare per i bambini è un’altra passione di Isserlis. I suoi libri sulla vita dei grandi compositori – Why Beethoven Threw the Stew (Perché Beethoven lanciò lo stufato, pubblicato in italia da Curci) e Why Handel Waggled his Wig – sono stati pubblicati da Faber & Faber e tradotti in molte lingue. Inoltre Isserlis ha registrato Children’s Cello con Stephen Hough e ha scritto tre favole musicali insieme alla compositrice Anne Dudley pubblicate da Universal Edition. Insignito di un CBE nel 1998 in riconoscimento per il lavoro svolto al servizio della musica, Steven Isserlis ha inoltre ricevuto il Premio Schumann della Città di Zwickau. Suona lo Stradivari “Marquis de Corberon” (Nelsova) del 1726 prestatogli dalla Royal Academy of Music.

Con lui sul palco del Ponchielli salirà la Junge Deutsche Philharmonie diretta dal promettente David Afkham, giovane direttore tedesco attualmente direttore principale dell’Orchestra Nazionale di Spagna.

venerdì 13 aprile, ore 21.00

Orchestra di Padova e del Veneto

Olli Mustonen, direttore e pianoforte solista

Programma:

O. Mustonen, Trittico

L. van Beethoven, Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra

J. Sibelius, Sinfonia n. 5

Il concerto sarà cucito su misura per il virtuosismo poliedrico di Olli Mustonen, artista finlandese che si esibirà nella triplice veste di compositore, direttore e pianista: al suo Trittico per archi seguiranno il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Beethoven e la Sinfonia n. 5 di Sibelius.

Olli Mustonen occupa un posto unico sulla scena musicale odierna. Come pianista, ha affascinato il pubblico per la tecnica strepitosa e per la genialità d’interprete. Come direttore, ha fondato la Helsinki Festival Orchestra ed è Direttore Associato della Tapiola Sinfonietta. In qualità di compositore è parte di una linea di musicisti la cui visione è espressa con la medesima vivacità tanto nell’arte dell’interpretazione che in quella della composizione ex novo. Nato a Helsinki, Mustonen ha intrapreso lo studio del pianoforte, del clavicembalo e della composizione all’età di cinque anni. Ha studiato con Ralf Gothoni e in seguito con Eero Heinonen (pianoforte) ed Einojuhani Rautavaara (composizione). Mustonen ha suonato in tutte le grandi capitali mondiali della musica, incluse Vienna, Berlino, Amsterdam, Londra, Parigi, Roma, New York e Tokyo. Si e esibito con le principali orchestre mondiali, tra cui Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony, Cleveland Orchestra, DSO Berlin, London Philharmonic, Los Angeles Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Philharmonia Orchestra e Royal Concertgebouw Amsterdam. Ha collaborato con direttori quali Ashkenazy, Barenboim, Berglund, Boulez, Chung, Dutoit, Eschenbach, Harnoncourt, Masur, Nagano, Salonen e Saraste. Tra gli impegni della prossima stagione spiccano i concerti con la New York Philharmonic, Leipzig Gewandhaus, Warsaw Philharmonic e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Numerosi anche gli impegni come direttore che lo vedono impegnato in produzioni con la Helsinki Philharmonic Orchestra, con la NHK Symphony Orchestra e con la WDR Symphony Orchester di Colonia. Quest’anno inoltre Mustonen farà una lunga tournée europea con Steven Isserlis e sarà ospite del Festival di Baden-Baden che gli ha dedicato la rassegna “Artist Portrait of the year”. Alla base della sua attività di pianista e di direttore si trova la sua esperienza di compositore. Mustonen sostiene che ogni esecuzione debba sempre destare l’interesse di una prima assoluta e si pone di fronte all’autore trattandolo come un suo contemporaneo.

giovedì 19 aprile, ore 21.00

Leonidas Kavakos, violino

Enrico Pace, pianoforte

Programma in fase di definizione

Chiusura di stagione d’eccellenza con un duo di caratura internazionale: il celebre violinista greco Leonidas Kavakos e il pianista Enrico Pace.

Coppia cameristica ampiamente rodata (qualche anno fa hanno vinto il Premio Abbiati), il violinista Leonidas Kavakos e il pianista Enrico Pace (insieme nella foto) stanno definendo il programma proprio in base alle particolarità acustiche del teatro visto che entrambi non si sono mai esibiti al Ponchielli.

La grandezza del talento di Leonidas Kavakos è stata riconosciuta già quando, ancora adolescente, ha vinto il Concorso Sibelius nel 1985 e poi il Premio Paganini nel 1988. Numerosi inviti da festival e orchestre internazionali di grande prestigio sono arrivati dopo breve tempo. Durante la stagione 2004/05 Leonidas Kavakos ha riconfermato la sua posizione con la London Philharmonic e Vladimir Jurowski, con la New York Philharmonic, la BBC Symphony diretta da David Robertson, la Gewandhaus di Lipsia diretta da Herbert Blomstedt, la Philadelphia Orchestra diretta da Charles Dutoit, la BBC Symphony diretta da Osmo Vanska ai BBC Proms, la Filarmonica di Israele e Zubin Mehta, la Filarmonica di Monaco e la Sinfonica di Vienna dirette da Ingo Metzmacher, la Filarmonica di Berlino con Sir Simon Rattle.

Enrico Pace è nato a Rimini. Ha studiato pianoforte con Franco Scala, prima al Conservatorio Rossini di Pesaro e, successivamente, all’Accademia Pianistica di Imola. Ha inoltre studiato direzione d’orchestra e composizione. La sua carriera ha avuto una svolta decisiva nel 1989 con la vittoria del Primo Premio al Concorso Internazionale Franz Liszt di Utrecht. Da allora Enrico Pace si è esibito regolarmente in recital in tutta Europa, includendo apparizioni al Concertgebouw di Amsterdam, a Milano (Sala Verdi del Conservatorio e Teatro alla Scala), Roma, Brescia/Bergamo, Firenze, Berlino, Monaco di Baviera, Dortmund, Dublino e in varie città del Sud America. Ha suonato con orchestre prestigiose, tra cui i Münchner Philharmoniker, i Bamberger Symphoniker, l’Orchestra Filarmonica di Rotterdam, l’Orchestra Filarmonica della Radio Olandese, la BBC Philharmonic Orchestra, le Orchestre Sinfoniche di Sydney e Melbourne (come parte di una tournée in Australia e Nuova Zelanda), l’orchestra S.Cecilia di Roma, la Berliner Sinfonie-Orchester.

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