Politica

Acqua, inquietanti retroscena sull’insistenza per la società mista Torchio interroga Salini, Pizzetti mette in guardia

– Nella foto, l’assemblea dei sindaci di lunedì sera

 

Cosa c’è dietro l’insistenza sulla società mista per la gestione del servizio idciro nel cremonese? Perché, dopo che 103 sindaci hanno chiesto il ritiro di quella proposta si ha motivo di ritenere che il Cda dell’Ufficio d’Ambito (l’azienda speciale della Provincia) stia lavorando per ripresentarla, sebbene con qualche accorgimento?
A poche ore dalla riunione del Cda dell’Ufficio d’ambito (alle 18 di oggi) che dovrà decidere in merito alla richiesta uscita dall’assemblea dei sindaci di lunedì, si fanno insistenti le voci sull’intenzione della Provincia di provarci ancora. Di insistere sulla strada della società mista con apertura al socio privato, insomma.

Giuseppe Torchio

I timori adombrati già in prima battuta dai comitati per l’acqua pubblica sono stati raccolti dall’ex presidente Giuseppe Torchio e dal parlamentare del Pd, Luciano Pizzetti, intervenuti entrambi oggi. Il primo attraverso un’interrogazione; il secondo con una dichiarazione.
Torchio, in prticolare, ha depositato un’interrogazione urgente in Provincia per sapere anzitutto se il presidente Salini “sia a conoscenza che in alcuni Comuni della provincia di Cremona sono operativi agenti commerciali della multinazionale Gdf-Suez che, nel pubblicizzare la fornitura di gas e energia elettrica presso locali pubblici e abitazioni private, affermano contestualmente che, poiché sarà privatizzato anche il servizio idrico, essi saranno a disposizione per estendere i contratti riferiti a tale servizio”.
Laddove fosse confermata, la notizia sarebbe clamorosa e aprirebbe una serie di pesanti interrogativi. Come potrebbe Gdf, azienda energetica francese che opera nel settore dell’energia elettrica, una delle più grosse multiutility al mondo, essere in possesso di simili informazioni prima ancora che il percorso per la società mista sia giunto a conclusione?
Torchio prosegue chiedendo al presidente Salini “se non ritenga che tali comportamenti siano di inaudita gravità, configurando un quadro operativo di privatizzazione del servizio idrico integrato non ancora deliberata dagli organi competenti e comunque sottoposta alla valutazione dei Sindaci nonché del Consiglio provinciale”.
L’ex presidente conclude chiedendo “se corrisponda al vero che lo studio legale Sciumé, Zaccheo e associati (Guffanti), oltre ad essere il riferimento legale della Provincia e dell’Autorità d’ambito per l’affidamento del servizio idrico svolga anche un simile ruolo per Gdf-Suez Energia Italia, come già avvenuto nell’assegnazione del servizio idrico ad Arezzo, e se questo non rappresenti un palese conflitto di interessi”.

Luciano pizzetti

Delle indiscrezioni sul possibile ‘colpo di mano’ dell’Ufficio d’Ambito è al corrente anche il parlamentare Pizzetti, che affronta l’argomento dopo una premessa generica. “In merito alla gestione dell’acqua – osserva -, la quasi totalità dei Sindaci si è chiaramente espressa in modo contrario alla proposta, sostenuta con eccessiva insistenza, della Provincia. Esiste un pronunciamento referendario invalicabile, che prescinde dalle opinioni di ciascuno e dai desiderata di alcuni. In democrazia il responso popolare, esplicitamente richiesto, si rispetta senza sotterfugi e senza subordinate. L’acqua è un bene pubblico e i soggetti privati, neppure in quote di minoranza, concorrono alla gestione. Così gli italiani hanno deciso, così i Sindaci hanno ribadito nell’imprescindibile rispetto di quel volere. Altre sono le strade da percorrere per migliorare gestione e servizi, in primo luogo rendendo sinergica l’azione delle diverse aziende pubbliche”.
Quindi il passaggio sugli ultimi sviluppi: “A maggior ragione le notizie di queste ore circa un’azione del CdA dell’ATO, un organo gestionale di seconda istanza, volta a ribaltare il pronunciamento dei Sindaci e addirittura quello degli italiani, sono allarmanti. Un atto del genere non è neppure concepibile, rappresenterebbe un golpe istituzionale e un intervento di pirateria politica a cui non voglio neppure credere”.
“Se davvero accadesse – avverte il deputato – la reazione sarebbe durissima, visto che gli interessi democratici e quelli di aziende private, magari straniere, non sono di certo né equiparabili nè scambiabili. La Provincia di Cremona è eccessivamente innamorata di alcuni Studi e Aziende, è bene che questo rapporto divenga più laico e meno avvinghiante”.

 

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