Cronaca

'Chiesa' troppo rumorosa in via Massarotti: multa, ma no soluzioni definitive

La “chiesa”, molto sui generis, denominata ‘Omega Fire Ministries’, nel caseggiato di via Massarotti all’angolo con via De Stauris e ricavata in un ex locale commerciale al piano terra, non rientra nella categoria di luogo dedicato a culto religioso e come tale non può sottostare alle limitazioni imposte ad altri luoghi di aggregazione a sfondo religioso. Non solo: nel piano dei Servizi del Pgt, in quella zona, non sono previste “attrezzature religiose”, nonostante di fatto, il sabato e la domenica, vengano fatte celebrazioni a base di musica, tamburi e canti che i circa 100 residenti del condominio, suddivisi in 30 appartamenti, hanno denunciato attraverso due esposti alla polizia locale. In seguito ai quali però nulla è cambiato, nonostante alcuni sopralluoghi che hanno portato (l’ultimo, quello del 1 ottobre), ad una sanzione per “rumori incomodi al vicinato” ai sensi del regolamento della Municipale.

Per ora dunque il problema che disturba il quieto vivere in zona da oltre un anno, resta irrisolto. Il caso era stato sollevato dal consigliere di Forza Italia Carloalberto Ghidotti lo scorso 15 settembre con un’interrogazione che si faceva carico  dell’esasperazione dei residenti del condominio, circa l’inosservanza di regole elementari di convivenza, quali rumori eccessivi e mancato rispetto delle norme condominiali. “In quel fabbricato le chiese non sono autorizzate”, scriveva Ghidotti, chiedendo provvedimenti all’amministrazione comunale e oggi è arrivata la risposta dell’assessore Andrea Virgilio, che in pratica conferma che lì una chiesa non ci può stare e che nessuna richiesta di modifica all’uso commerciale dei luoghi è mai stata presentata. Non è possibile neanche inviare l’Arpa ad effettuare misurazioni acustiche, in quanto queste le può disporre d’ufficio l’autorità pubblica per attività commerciali, produttive e professionali, “mentre tutte le altre situazioni di disagio acustico sono riconducibili alla tipologia del contenzioso tra vicini”. Regolabile con una causa civile, se si vuole, a cura e spese dei contendenti.  Il Comune – spiega Virgilio – non può nemmeno attivare l’Ats, in quanto quella non è una unità abitativa destinata ad alloggio, nella quale l’autorità sanitaria effettua verifiche sulla salubrità (umidità, muffe, altezze, volumi, ecc.).

“Sono in corso ulteriori approfondimenti – si conclude la risposta di Virgilio – da parte degli Uffici di Edilizia privata e Polizia Locale circa eventuali difformità edilizie nei locali in argomento”. Al termine delle quali potrebbe scattare un ordinanza di ripristino.

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