Cronaca

Riforma Agenzia Entrate, 70 dipendenti cremonesi in attesa di conoscere la propria collocazione

I circa 70 lavoratori esattoriali presenti nel territorio cremonese sono in attesa di conoscere la loro definiva collocazione nell’ente pubblico economico strumentale all’Agenzia delle Entrate in seguito alla riforma, non essendo loro dipendenti della pubblica amministrazione ma assunti con un contratto privato scaduto nel 2011 e mai rinnovato. Questo quanto emerso nell’ambito del recente 20° congresso provinciale della Fabi di Cremona, svoltosi la scorsa settimana. Per questi lavoratori, la situazione per il momento appare piuttosto fumoso.

A sottolineare la situazione è stato l’intervento di Nicola Deliperi sindacalista Rsa e dirigente provinciale del sindacato per l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Come ha evidenziato Deliperi, “la voce del Comparto dei Lavoratori della Riscossione non sempre viene ascoltata e capita nelle sue ragioni, da chi non vive quotidianamente in prima linea questa professione ‘di trincea’. E’ considerata da sempre “autonoma” nelle sue discusse procedure di riscossione, invece che rispondente a precise Leggi Tributarie dello Stato e degli Enti che si avvalgono del suo Servizio. Lo scorso mese di dicembre 2017 sembrava dovesse esserci la definitiva “soppressione” di quel mostro chiamato Equitalia.   Era una decisione che sicuramente aveva suscitato un certo “ effetto” per la maggioranza degli italiani che scossi nel malcontento generale del paese, intravvedevano in ciò come una vera e propria abolizione delle tasse e del suo odiato sistema della riscossione.

Ricordiamo che Equitalia, società compartecipata da Agenzia Entrate e Inps nata nel 2006 dalle ceneri degli ex concessionari della riscossione tributi, in 10 anni di attività ha riscosso per l’Erario e per numerosi altri Enti circa 70 miliardi di euro, con una media annua di circa 8 miliardi a fronte dei 3 miliardi recuperati con le cessate esattorie e con un aggio di riscossione che dal 1° gennaio 2016 è stato ridotto dall’8 al 6% delle somme recuperate. il decreto legge 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale, da introdurre nella legge di stabilità 2017 prevedeva che dal 1° luglio 2017 le tre società del gruppo Equitalia sarebbero state sciolte ed estinte ed al loro posto sarebbe sorto un Ente Pubblico Economico, dell’Agenzia delle Entrate denominato ”Agenzia delle Entrate Riscossione”, sotto la diretta vigilanza del Ministero delle Finanze, al fine di garantire continuità e funzionalità all’attività di riscossione nazionale.

All’indomani della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del suddetto decreto, unanime è stata la levata di scudi dei sindacati che prevedeva il passaggio del personale Equitalia al nuovo Ente “previa apposita procedura di selezione e verifica delle competenze acquisite”, cancellando così, di fatto, decenni di indiscutibile esperienza e competenza professionale acquisita “sul campo”, quotidianamente, da soli in prima linea, dai circa 8000 lavoratori esattoriali. Dopo tutta una serie di scioperi ed assemblee sindacali si riesce ad ottenere una “ricognizione delle competenze acquisite” che semplicemente, formalmente, valorizzi le singole e indubbie professionalità dei dipendenti esattoriali, al fine di un loro idoneo collocamento nella nuova struttura.

Viene poi garantito il passaggio dei circa 260 colleghi, dipendenti di Equitalia Giustizia, sotto il diretto controllo del Ministero Economia e Finanza. Equitalia è sopravvissuta ed ha poteri maggiori rispetto a quelli di cui già disponeva, potendo ora direttamente accedere a tutte le banche dati e informazioni sui conti correnti bancari e postali. Tuttavia c’è ancora un qualcosa che rallenta l’ormai vicinissima trasformazione di Equitalia in Agenzia delle Entrate Riscossione: il ricorso al Tar del Lazio presentato da ‘Dirpubblica’, Sindacato dei Dirigenti della pubblica amministrazione che contesta il trasferimento nel nuovo Ente pubblico economico del personale Equitalia assunto in regime di diritto privato, senza alcun concorso pubblico e dunque in violazione dell’art. 97 della Costituzione.

Qualora tale ricorso venisse accolto nel merito anche a distanza di tempo, sarebbe un’ingiusta e pericolosa penalizzazione dei circa 8000 dipendenti ex Equitalia poiché gli stessi, una volta trasferiti alla nuova Agenzia, non potrebbero più essere riassorbiti dal cessato concessionario pubblico nel frattempo liquidato ed estinto. Con drammatiche conseguenze sui livelli occupazionali e, in definitiva, sulla tenuta stessa dell’intero sistema fiscale. Ad oggi, non si conosce ancora la data della nuova e speriamo definitiva udienza al Tar, ma la Fabi continuerà fermamente a porre in essere ogni iniziativa per contrastare le sciagurate posizioni di Dirpubblica, fortemente lesive delle condizioni, dei diritti, del futuro dei lavoratori del settore”.

Marco Ravara

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