Politica

Anche a Cremona la protesta della sinistra contro il Rosatellum bis

Venerdì 13 ottobre alle 17,30 davanti alla Prefettura, manifestazione del coordinamento per la Democrazia costituzionale capitanato da Anpi, Arci, movimenti civili e anche qualche fuoriuscito dal Pd.

Un manifestazione della scorsa estate sulla nuova legge elettorale

Centrosinistra diviso anche a Cremona sulla nuova legge elettorale, il Rosatellum bis, votata ieri con la fiducia alla Camera. Questo pomeriggio alle 17,30 si terrà un presidio davanti alla Prefettura (ore 17,30) organizzato dal coordinamento cremonese  per la Democrazia Costituzionale, a cui aderiscono Arci e Anpi. Il movimento fa capo a livello nazionale ad Anna Falcone, avvocata, già vicepresidente del Comitato per il No alla Riforma Costituzionale, e Tomaso Montanari, storico dell’arte all’Università Federico II di Napoli, presidente di Libertà e Giustizia. Sorto sull’onda del comitato per il No al referendum costituzionale dell’anno scorso, il coordinamento  annovera tra i volti più noti a livello locale, Emanuela Ghinaglia, Vincenzo Montuori, Marco Pezzoni, Chiara Tomasetti,  Giuseppe Azzoni, Francesca Berardi, Massimo Bondioli, Giampiero Carotti, Monia Castelli, Ezio Corradi, Barbara Gamba, Anna Grimaldi, Maurizio Mele, Lapo Pasquetti, Gigi Rossetti.

“Facciamo appello alla cittadinanza attiva, alla società civile, alle organizzazioni sociali, alle amministrazioni locali e alle forze politiche democratiche”, affermano i promotori della manifestazione cremonese.  “Oggi davanti alla Prefettura – Palazzo del Governo in Corso Vittorio Emanuele,  attraverso messaggi e testimonianze uniremo le nostre voci ed incontreremo le energie civili della comunità cremonese per far valere le ragioni della democrazia. Anche a Cremona, come in tutta Italia, ci ritroveremo per manifestare tutta la nostra determinazione di cittadine e cittadini liberi ed eguali per chiedere che attraverso una nuova Legge Elettorale Costituzionale vengano garantiti un diritto di voto libero ed eguale ed un Parlamento pluralista rappresentativo della società italiana, per riaffermare il nostro impegno per difendere e promuovere principi e regole della Democrazia Costituzionale nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione Nazionale dal nazi-fascismo nell’incontro e con il contributo di tutte le diverse culture politiche democratiche del nostro Paese.
“Questa legge elettorale – continuano – renderà sempre più il Parlamento della Repubblica subalterno alla volontà dei capi partito. Chi la vuol approvare ha dalla sua inquietanti precedenti: nel 1923 sulla legge Acerbo, nel 1953 sulla legge truffa, nel 2015 per una legge elettorale dichiarata incostituzionale. Mettere la fiducia per costringere a il Parlamento a votare questa legge elettorale e’ un atto di eccezionale gravità.
Si sta riproponendo lo scenario autoritario dell’approvazione dell’Italicum. Si ripropone in modo ancora più negativo un atteggiamento di spregio verso il ruolo del Parlamento che anticipa quel che accadrà dopo le elezioni, se questa legge elettorale andrà in porto: il futuro Parlamento della Repubblica con questa legge non sarà scelto dai cittadini ma interamente nominato dai capi-partito. Non solo non consentono ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti parlamentari, ma neppure hanno accettato di introdurre modifiche di buon senso come la possibilità di esprimere due voti distinti tra liste del proporzionale e candidati nel maggioritario, meglio se con due distinte schede come pure hanno suggerito autorevoli costituzionalisti, limitando così pesantemente la possibilità degli elettori di scegliere.
“Il Presidente della Repubblica – si conclude l’appello del coordinamento – farebbe bene a fermare questo comportamento autoritario e a non firmare una legge elettorale imposta con la fiducia a pochi mesi dalle elezioni e in spregio ad un Referendum Popolare che ha già bocciato lo stravolgimento della Costituzione con la grande partecipazione al voto del 4 dicembre 2016”.

g.biagi

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