Il Rosatellum
e la politica,
oggi
Non è necessario essere costituzionalisti per constatare che sono due gli snodi che rendono quasi impossibile la governabilità nel nostro paese. Uno è oggettivo e l’altro è culturale. Il primo è dato in parte dall’art. 67 della Carta che consente “transumanze parlamentari” (spesso frutto di umilianti mercimoni) con disinvolti “cambi i casacca” e di maggioranze, ed in parte da una sentenza della Consulta che, annullando il “premio di maggioranza” per il Senato, produce in questo ramo del Parlamento una forte instabilità nei risultati, ovvero maggioranze a volte soltanto di qualche voto. Dal punto di vista culturale, invece, il Paese è sostanzialmente spaccato a metà tra progressisti e conservatori con una diffusa diffidenza trasversale per le istituzioni ed i partiti che impone una contaminazione di necessità tra aree limitrofe, ma pur sempre legate ad appartenenze spesso strumentalmente litigiose.
A riprova, è il caso di ricordare che la sofferenza per la governabilità del nostro Paese è storica: nei 71 anni di storia di repubblicana sono stati 64 i governi, soltanto tre hanno superato i tre anni di vita, con la conseguenza di avere sempre operato con l’attenzione rivolta alle emergenze e alle contingenze e mai proiettata verso orizzonti lontani. Eppure, sul piano culturale a tutto questo una ottima e nobile alternativa ci sarebbe: l’Interesse Generale. Purtroppo, l’Italia non è un Paese che ha uno scarso orgoglio nazionale.
Non interesserà nessuno, ma è giusto che io dica come la penso: un sistema maggioritario di collegio e il ”doppio turno” (come per l’elezione dei sindaci) e per la scelta di chi mi deve governare, “vere” primarie e quelle che si celebrano adesso.
Mi sia permessa una chiosa finale di tipo politico. Nello scrivere una regola “comune” dovrebbe essere un imperativo la ricerca di una sintesi delle varie posizioni di tutte le forze politiche, o almeno delle maggiori. Lasciando ai costituzionalisti ogni altro giudizio, a proposito della scelta delle alleanze per l’approvazione di questo “Rosatellum”, credo sia legittimo evidenziare cosa ora rappresenta: un centrosinistra, il PD, che ha raccolto attorno a sé solo forze di destra: Forza Italia del resuscitato Berlusconi, Alleanza popolare di Angelino Alfano e, udite, udite, Lega Nord di Matteo Salvini.
Difficile immaginare un “rompete le righe” di questa “santa alleanza” dopo il voto di fiducia. Qualche conseguenza dopo il voto della prossima primavera ci dovrà pur essere. Tutto perché il pensiero politico nel centrosinistra da quasi 30 anni è evaporato. Inquietante.