Cronaca

Studio epidemiologico Ats: in città e comuni limitrofi più malati che altrove

La provincia cremonese si conferma tra quelle (in Lombardia e in Italia) con le più alte incidenze di tumori, ossia nuovi casi che si presentano ogni anno, oltre che di mortalità per patologie correlate anche all’inquinamento. Focalizzandoci sul capoluogo e i comuni della cerchia, si scopre per l’insieme dei tumori ha valori più elevati rispetto all’Ats (ex Asl) Cremona – Mantova sia per mortalità, che per ospedalizzazione, che per incidenza. Lo ha spiegato ieri pomeriggio a Bonemerse l’epidemiologo dell’Ats Paolo Ricci, invitato dal sindaco Oreste Bini per fare il punto sullo studio epidemiologico avviato sul territorio e completato nella sua fase descrittiva. Quello che andrà fatto adesso, ha spiegato Ricci, sarà approfondire ulteriormente lo stato di salute della popolazione che vive nelle zone più esposte a fattori inquinanti, ma per farlo occorreranno risorse esterne (serve ad esempio una modellizzazione dettagliata del flusso dei venti), spinta propulsiva degli enti locali e volontà sociale.

Per il momento l’Ats fotografa una situazione non confortante per chi vive nel capoluogo e nei comuni limitrofi, sia per le malattie che hanno lunghi periodi di incubazione prima di mostrare i sintomi, anche vent’anni, come alcuni tipi di tumori, sia per per quelle con insorgenza più veloce. Una delle conclusioni è che Cremona città mostra un valore relativamente basso di incidenza per l’insieme dei tumori, tranne che per quello al polmone. Anche le patologie respiratorie mostrano valori più elevati a Cremona e dintorni, nel confronto con l’Ats, ma solo per quanto riguarda tassi di ospedalizzazione e incidenza, non per mortalità. Ce n’è abbastanza per fare prevenzione – ha commentato sul finire il sindaco di Vescovato, Maria Grazia Bonfante – “non c’è bisogno di altri studi per capire che siamo in un territorio già carico di fattori inquinanti, penso ad esempio agli impianti di biogas”. E Ricci ha confermato che “non serve un’indagine epidemiologica per fare prevenzione”, in sostanza, è la politica che deve darsi da fare.

ALCUNI DATI – Se si prende in esame il parametro mortalità, il più classico indicatore di salute di una popolazione, il più facilmente raffrontabile e che risente di fattori di rischio iniziati in un tempo  “trapassato remoto”, emerge che è il territorio soresinese a stare peggio. La mortalità per tutte le cause ha un tasso standardizzato (ogni 100mila abitanti) di 1148,7 contro una media Ats di 1019; per tutti i tumori 368 contro i 326 dell’Ats. Eccesso di mortalità significativo nel soresinese anche per i tumori del polmone (67,9 contro 62,4), del pancreas, della vescica e dello stomaco. I comuni della fascia attorno al capoluogo invece non mostrano eccessi di mortalità considerati attendibili dagli statistici (ossia suffragati da un sufficiente numero di casi) per nessuna causa.

Il parametro ospedalizzazione – spiega Ricci – mostra un’istantanea della salute dei cremonesi legata ad un lasso di tempo un pò meno arretrato del precedente, una sorta di  ‘passato remoto’. Sono le patologie per cui si ricorre di più o di meno ai ricoveri e in questo caso Cremona e la sua cintura stanno peggio del resto dell’Ats. 11.7 il tasso di ospedalizzazione per problemi respiratori (9,8 Ats, 9,1 cintura più esterna); 2,6 il tasso di ospedalizzazione per tumore al polmone (1,8 Ats); 23 il tasso per tutti i tumori maligni, contro 1,8 dell’Ats.  Le malattie insorte in un ‘passato prossimo’, ossia le patologie croniche, vedono Cremona e limitrofi al 36,9 contro il 36 dell’Ats per le patologie respiratorie, mentre hanno un valore più basso che nel resto dell’Ats  tra i bambini (15 contro 24 Ats) e per l’apparato cardiocircolatorio (175,7 contro 218). Per questo tipo di malattie un eccesso rispetto alla media Ats lo si riscontra nel comuni della cintura esterna del capoluogo.

C’è poi un tempo presente, nella fotografia della salute dei cremonesi, è quello che si rifà agli eventi avversi della riproduzione: bimbi prematuri, aborti spontanei e così via. Si tratta di un indicatore di quali siano i fattori di rischio più pericolosi nell’immediato. I nati pretermine sono in eccesso a Cremona e limitrofi rispetto alla media Ats (91,20 contro 72), ma non così i nati piccoli, i nati morti, i  morti entro l’anno, gli aborti.

Stringendo ulteriormente l’obiettivo sui singoli comuni della cerchia, è stato rilevato che a Bonemerse c’è un eccesso di  mortalità per tutti i tipi di tumore (399 contro 326 Ats); a Castelverde per patologie cardiocircolatorie (497 contro 387) e per tutte le cause (1179 contro 1019).  A Gadesco Pieve Delmona l’eccesso riguarda il tumore al polmone (94,32 contro 62,44), a Gerre Caprioli il tumore al seno (140 contro 47); a Malagnino le patologie respiratorie (77,48 contro 48,38).

Tra i partecipanti all’incontro, molti esponenti M5S (Maria Lucia Lanfredi, Giorgio Beccari, Elia Sciacca, Francesco Bordi), l’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini e Marco Pezzoni; diversi sindaci tra i quali oltre a Bonfante, Fabrizio Superti di Persico Dosimo. Su questo stesso tema è fissata  anche una commissione Ambiente venerdì 6 ottobre in Comune a Cremona.

g.biagi

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