Cronaca

Colonie Padane restituite alla città, eventi tutto il pomeriggio FOTOGALLERY

foto Sessa

E’iniziata questa mattina alle 10 la giornata di festa alle Colonie Padane per l’inaugurazione della rinnovata struttura risalente al 1937 e del parco circostante, arricchito da attività ludico ricreative per giovani.

Nel pomeriggio previsti spettacoli e animazione sportiva: trampolieri, burattini, fanfara, giocolieri, parkour, minivolley, frisbee, bocce, danza e parco acrobatico, percorso di arrampicata sugli alberi (assoluta novità per una città di pianura come Cremona). In serata, nella nuova arena collocata sul retro delle Colonie il concerto dei Real Ones, gruppo di Verona con cover dei Pink Floyd e dei Queen.

Dopo questa giornata di festa, la struttura sarà accessibile da lunedì 25 settembre dalle 8 alle 19. All’interno dell’immobile è stata realizzata un’abitazione per il custode ed installata la videosorveglianza h24 sull’intero perimetro, mentre l’accesso avverrà da via del Sale, dove sarà attiva una portineria.

Grande soddisfazione del sindaco Gianluca Galimberti che ha ringraziato Giovanni Arvedi e Luciana Buschini per questo nuovo intervento di recupero (solo qualche anno fa c’era stato palazzo dell’Arte) che restituisce alla città un luogo di aggregazione per troppo tempo dimenticato. Cerimonia aperta dalla fanfara dei bersaglieri intitolata a Triboldi, che ha accolto molte autorità, ma soprattutto decine di cremonesi di tutte le età, anche i tanti che negli scorsi mesi seguivano con curiosità il procedere dei lavori, oggi finalmente disvelati.

Come ha spiegato il cavaliere Giovanni Arvedi, l’idea di restituire questo spazio alla fruizione pubblica era giunta qualche tempo fa durante un giro in bicicletta, “col mio amico Italo. Ma come mai, mi sono chiesto, questa bellezza architettonica, questo parco magnifico è così trascurato? La decisione poi  è venuta pensando alle famiglie che non hanno i mezzi per permettersi di andare a iscriversi nelle società sportive. Famiglie, anziani, bambini, che possano godere ore felici e stare insieme. Questo io auguro alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei nipoti”. Un discorso commosso e interrotto da più di un applauso, iniziato con il ringraziamento a tutti i presenti e in particolare a don Alberto Mangili, “che con i suoi ragazzi ha messo il cuore. Questo palco è rinato sull’attenzione e la partecipazione dei ragazzi che don Alberto ha raccolto e fatto lavorare in questi mesi”. Saranno appunto le associazioni e le cooperative di lavoro sorte all’interno di Fondazione Moreni a gestire provvisoriamente la struttura, fino all’aggiudicazione della gestione pluriennale (10 anni) da parte dell’amministrazione comunale, attraverso una procedura pubblica. Cosa che dovrebbe avvenire nella prima 2018.

Arvedi ha voluto ricordare anche chi lavora nel gruppo industriale da lui creato, “qui c’è anche il loro lavoro, se si lavora si crea qualcosa di buono, e lo si crea anche per gli altri”.

“Il compito che compete all’amministrazione – ha detto il sindaco Gianluca Galimberti – è riconoscere questa passione e questo amore per la città e sostenerlo per il bene comune, senza assumersi meriti che non abbiamo assolutamente, ma riconoscendo le cose belle, quando ci sono delle prospettive che sono piene di futuro. Qui c’è un sapore di futuro ed è grazie a voi”. Galimberti ha ringraziato gli architetti Palù e Bianchi, l’impresa edile Raffaella, i tecnici del Comune a cominciare da Marco Pagliarini e l’assessore Andrea Virgilio (“sempre dietro le quinte”), concludendo sull’importanza fondamentale del  “gioco di squadra che fa nascere cose spettacolari”.

Un luogo di attrazione italiano di livello internazionale, ha aggiunto Galimberti, che ha ricordato come l’asta cittadina del Po stia per rinascere completamente grazie agli investimenti pubblici e privati su nuovo campeggio, comparto piscine, ex campeggio a fianco delle Colonie (diventerà area didattica per gli scout), campo Livrini per il frisbee, senza dimenticare il legame con il fiume e le sue potenzialità turistiche.

L’architetto Giorgio Palù ha parlato di restituzione “alla città di un pezzo della nostra storia sociale e culturale. L’ingegnere Gaudenzi aveva progettato questo edificio con il massimo rigore e un’idea compositiva tipica degli anni 20 – 30 – 40, con una leggerezza e visionarietà in cui mi sono trovato benissimo. Questo tipo di edifici va assolutamente recuperato, finalmente lo si è capito, dopo 70 anni di oblio dovuto a fattori politici. Questi sono interventi che hanno ricostruito centri storici delle nostre città, oggi stanno per essere tutti recuperati”.

Parole di elogio per chi “ci ha dato fiducia, chi in questi anni ha continuato a inserire tasselli credendo nel rilancio culturale della città. La grande cosa, oltre alla parte finanziaria, è l’emozione, la passione, la cultura che queste persone mettono”. L’intervento edilizio è stato restituito alle forme originarie liberandolo del superfetazioni successive, ripulito e adeguato alle normative antisismiche attraverso l’inserimento di fibre di carbonio che non intaccano l’aspetto esteriore dell’edificio, che fino ad ora non poteva invece sopportare carichi eccessivi. Nessun serramento, molta leggerezza e luminosità, sottolineata dal soffitto azzurro chiaro del primo piano. Una parola per i fruitori finali: famiglie, anziani, bambini, ma soprattutto giovani, “benzina del nostro motore, senza di loro non si va da nessuna parte”. A loro è dedicata la sezione del parkour, disciplina di acrobazie urbane che ha preso piede con crescente successo anche a Cremona.

L’intera struttura, recintata e chiusa nelle ore notturne, avrà un servizio di guardia con la presenza fissa di un custode. La cerimonia inaugurale è stata ravvivata anche un pattuglia di volo acrobatico del We Fly Team, con la partecipazione di co-piloti disabili.

G. Biagi

fotoservizio Sessa

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