Cronaca

Caso assistenza disabili a scuola: l'Umana Avventura valuta il ricorso al Tar

La cooperativa l’Umana Avventura sta valutando seramente se fare ricorso al Tar, dopo essere stata esclusa, insieme ad altre 11 cooperative, dal servizio di assistenza ed integrazione scolastica degli alunni disabili nelle scuole e nei centri estivi, a causa della procedura super selettiva con cui l’amministrazione comunale ha individuazione i partners per la co-progettazione del servizio.

“Per ora stiamo facendo le debite valutazioni” spiega Alessandro Portesani, direttore dell’Umana Avventura. “Valutazioni che sono sia di tipo giuridico-legale ma anche di tipo sociale: il nostro timore è che un ricorso possa far venire meno la continuità del servizio in essere. Ci facciamo degli scrupoli perché non vorremmo che questo per i bambini significasse un interruzione del servizio o il cambiamento dell’insegnante di sostegno durante l’anno scolastico”.

Intanto anche a livello politico qualcosa si muove: il gruppo consiliare di Forza Italia, che per primo ha portato alla luce la situazione, ha già fatto richiesta di accesso agli atti per vederci più chiaro. “Questa amministazione ha un modo di decidere chi lavorerà o meno assolutamente arbitrario” ribadisce Carlo Alberto Ghidotti. “Hanno fissato una percentuale ben precisa perché già sapevano dall’inizio chi sarebbe rientrato nei parametri e chi no”.

Accuse che però l’amministrazione aveva già rispedito al mittente, come più volte sottolineato dall’assessore ai servizi sociali, Mauro Platé. “Non vi sono state cooperative penalizzate rispetto ad altre, lo dimostra il fatto che quelle che hanno dato la propria disponibilità alla coprogettazione saranno responsabili per l’anno scolastico 2017/2018 di un numero di situazioni comparabili (e non inferiore) al numero di situazioni seguite nello scorso anno scolastico” aveva ribadito. “E’ fuorviante e scorretto alludere che gli amministratori possano influenzare il capitolato di gara o che i parametri utilizzati abbiano una valenza politica e non tecnica. Gli amministratori hanno dato degli indirizzi, coerenti al documento votato dal Consiglio comunale e dall’Assemblea dei Sindaci, ed hanno chiesto di qualificare il servizio. La soglia individuata dalla parte tecnica, che poteva essere raggiungibile da qualsiasi aggregazione di cooperative, garantiva di avere un numero sufficiente di casi per formare all’interno del raggruppamento un’equipe di operatori dedicata. D’altra parte, difficilmente un ente che ha un numero troppo limitato di casi da seguire riesce a garantire una formazione costante dei propri operatori”.

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