Cronaca

Violenza a una prostituta, lesioni ed estorsione al suo protettore. Tre a processo

L’avvocato Massimo Tabaglio

Tre romeni sono stati rinviati a giudizio dal gup Pierpaolo Beluzzi con tre differenti accuse: violenza sessuale ad una prostituta, lesioni e tentata estorsione al suo protettore. Teatro dei fatti, accaduti la notte del 15 novembre del 2015, un appartamento di via Vittori dove due colombiane di 47 e 36 anni esercitavano la prostituzione. In casa con loro c’era anche il protettore, Pier, cremonese di 66 anni.

Uno degli imputati, Mihai, romeno di 34 anni, vicino di casa, era andato a lamentarsi dal cremonese per il fastidioso e rumoroso via vai nell’appartamento. Tra i due c’era stata un’accesa discussione, culminata con l’aggressione del romeno che aveva sferrato pugni al volto al cremonese, provocandogli lesioni guaribili in cinque giorni.

Quella stessa sera e in quello stesso appartamento si erano presentati gli altri due imputati, di ritorno da una festa. Per l’accusa, uno di loro, Paul, romeno di 30 anni, voleva avere un rapporto sessuale con una delle prostitute. L’uomo ha riferito di essersi accordato per 50 euro per un rapporto orale, ma per l’accusa avrebbe invece costretto la prostituta a subire un rapporto completo. Dopo averla portata in camera da letto, l’avrebbe costretta, urlandole minacciosamente, di avere un rapporto sessuale completo con lui. Dopo i fatti oggetto di denuncia, nella camera erano stati raccolti e analizzati alcuni reperti, tra cui una sigaretta fumata dall’imputato. “E’ strano”, ha commentato l’avvocato della difesa Massimo Tabaglio, “che il mio cliente si sia fumato tranquillamente una sigaretta dopo una violenza sessuale”.

L’avvocato Paolo Brambilla

L’altro imputato, Robert, romeno di 31 anni, difeso dall’avvocato Paolo Brambilla, che assiste anche il connazionale accusato di lesioni, deve invece rispondere di tentata estorsione nei confronti del protettore cremonese. “Devi darmi 500, anzi, meglio, 600 euro”, gli avrebbe detto, minacciandolo, “devi darmi i soldi, altrimenti io…“, mimando il gesto della pistola puntata alla tempia e costringendo il 66enne a rimanere seduto sulla sedia, impedendogli di uscire dall’abitazione e di muoversi. L’imputato, che si considerava il ‘capo zona’, avrebbe infatti preteso dal cremonese una percentuale sulla sua attività.

Le due prostitute, sentite a suo tempo in sede di incidente probatorio, avevano sostanzialmente confermato i fatti, ma il loro racconto era stato alquanto confuso.

Per i romeni rinviati a giudizio, il processo inizierà il prossimo 23 novembre.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...