Cronaca

Dopo secondo furto alla Mac, l'allarme di Ventura: 'Parco Po in balìa dei delinquenti'

“Siamo in balìa della gentaglia che arriva a Cremona, e non mi riferisco ai profughi, ma a tutti coloro che in Italia delinquono mentre non potrebbero mai farlo nelle loro zone d’origine perché finirebbero subito in galera e in condizioni ben diverse dalle nostre”. Dopo il secondo furto alla Mac (associazione motonautica) nel giro di una ventina di giorni, Marcello Ventura spara a zero sull’assenza di sicurezza nella zona lungo il fiume, nella duplice veste di vicepresidente dell’associazione e di consigliere di minoranza in consiglio comunale.

“Il furto dell’altra notte – ricostruisce riferendosi alle immagini riprese dalla telecamere al vaglio degli inquirenti – è stato commesso utilizzando due carrelli di nostra proprietà, uno per le imbarcazioni, l’altro per le moto. Sono entrati forzando il cancello, hanno staccato i motori dalle barche e li hanno trasportati fuori coi carrelli, fino ad arrivare ad un furgone parcheggiato di fronte all’ingresso, visibile dalla nostra telecamera. E’ qui che hanno abbandonato i carrelli, spostato la merce all’interno, e  poi il furgone si è allontanato verso il parco al Po”.

E’ a questo punto che si perdono le tracce del mezzo, di cui quindi non è stata vista la targa, perché, all’interno del parco è assente un sistema di telesorveglianza. Ed è su questo tasto che Ventura insiste: “Questa zona non è presidiata ed è insicura non solo per i furti, ma soprattutto per le persone che magari alle 11 di sera vogliono fare una passeggiata nel parco. E questo è impensaibile in una zona che si vuole contraddistinguere per attrattività turistica. Mi chiedo se il Comune abbia aderito al bando regionale che ha stanziato parecchi fondi per implementare i sistemi di videosorveglianza; e se l’ha fatto, dove ha deciso di mettere le telecamere. Di sicuro, qui non ci sono. Vorrà dire che faremo nostra la proposta di legge del Pd, poi rimangiata, per estendere le attenuanti alla legittima difesa quando si è vittima di furto nelle ore notturne”, conclude ironicamente il consigliere.

Tornando al caso dei cinque motori prelevati due notti fa, per un valore di 20 – 25mila euro, pare che esista una vero e proprio mercato clandestino che piazza la merce in alcuni Paesi dell’est europa. “Pare che i motori abbiano soppiantato le bici da corsa nelle preferenze dei ladri”, ipotizza Ventura. “Questi possono facilmente passare da un confine all’altro e nel giro di 10 ore essere già a destinazione, dove i motori, con il numero di matricola asportato, vengono rivenduti su mercato nero”.

gb

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