Cremona City Hub cancellato dai piani urbanistici: polemica dal centrodestra
A due giorni dall’inaugurazione del PoloTecnologico, il Cremona city Hub, ossia l’area che da porta Venezia arriva fino a via del Macello passando per foro Boario, sparisce dalla pianificazione urbanistica, con la modifica del piano integrato di intervento varato nel 2014. Una scelta della giunta Galimberti, motivata oggi in commissione Area vasta dall’assessore Andrea Virgilio, con la necessità di adeguare la programmazione urbanistica alla congiuntura economica e, in sostanza, al mercato. In questo modo vengono stralciate le precedenti previsioni per l’area del parcheggio di interscambio (dove doveva sorgere parcheggio interrato e fabbricati residenziali – direzionali) e per lo stadio (dove erano previsti anche spazi commerciali). 53mila mq di superficie che, con questo stralcio, resteranno come le vediamo adesso: in particolare, rispetto alla pianificazione vigente, sono previsti 8588 mq di destinazione commerciale in meno, di cui 6000 di medie superfici di vendita (-42,5%); -49% di aree residenziali; -72% di aree adibite a servizi (da 21mila tra cui lo stadio, mq a 5840).
Aumenta invece l’area destinata ad attività produttive: + 7800 mq, accanto all’attuale polo tecnologico, anche perchè ci sono già investitori pronti all’acquisto. “Il nostro è un approccio pragmatico – spiega Virgilio- Siamo consapevoli che oggi l’obiettivo principale è consentire lo sviluppo dell’area produttiva a vocazione tecnologica”. Virgilio ha inoltre parlato di semplificazione: chi vorrà acquistare (da Aem, proprietaria di gran parte delle aree, e Mediobanca per gli ex magazzini Cariplo ) si vedrà ulteriormente ridotti gli oneri per urbanizzazioni primarie e secondarie, essendo stata confermata l’attuale conformazione delle strade, senza necessità di modifiche nemmeno nei sottoservizi. Virgilio ha confermato la volontà di privilegiare il centro storico per le aree destinate al commercio.
Un’operazione riduttiva e non lungimirante, così la considera dai banchi dell’opposizione Federico Fasani: “A questo punto potevate cancellare del tutto il piano integrato di intervento, non fare una variante, visto che di quell’idea originaria, scelta dopo un bando di concorso internazionale e finanziata anche coi soldi della Regione, non c’è più quasi nulla. Volete privilegiare la parte produttiva rispetto alla quella commerciale? Si può fare anche con l’attuale pianificazione. In questo modo cancellate quella che era una vera rigenerazione urbana, che avrebbe dato nuovo significato ad uno stadio utilizzato 15 – 20 giorni all’anno, ricostruito luoghi di aggregazione e ricreato un tessuto connettivo”. Per Fasani, “L’attrattività originaria dell’area decade e le opere di urbanizzazione avrebbero prodotto lavoro”.
In difesa della variante si sono schierati Filippo Bonali e Rodolfo Bona: “Quello che abbiamo inaugurato sabato è un progetto che ha attraversato più amministrazioni – ha detto quest’ultimo – adesso però bisogna ragionare con spirito pragmatico, calare il progetto nel concreto, altrimenti si cade nell’errore, che è stato anche della sinistra, di progetti irrealizzabili”. “Tre anni sono pochi per parlare di progetti irrealizzabili”, ha rintuzzato Fasani. “Come già accaduto per la strada sud, la scelta è quella di eliminare uno strumento evidentemente troppo complesso per questa Amministrazione. Oggi assistiamo ad un taglio sgraziato del comparto, operato senza cura per il bene comune, che riporta quella parte di città al punto di partenza. In sostanza è una fuga dalla responsabilità di gestire una trasformazione utile ed importante. Del Cremona City Hub resta (per fortuna) almeno il Polo Tecnologico che questa Amministrazione ha ereditato e sulla scia del quale intende raccogliere gli ultimi frutti del piano originario”.
Virgilio ha respinto l’accusa di scelta ideologica, anche in riferimento ai continui attacchi che l’amministrazione riceve dai commercianti del centro città. Ha ricordato come di progetti che hanno cambiato rotta vi siano altri esempi in città, come nel caso dell’ex monastero di santa Monica, destinato dall’ex presidente della Provincia ad uffici pubblici con concessione di contributo da fondazione Cariplo che ne ha successivamente chiesto la restituzione, non essendosi compiuto il progetto. “Per Aem – ha concluso Virgilio riaprendo un capitolo controverso della storia della municipalizzata – le aree annonarie sono state un’operazione particolarmente costosa di rigenerazione urbana. E le imprese oggi ti chiedono pacchetti chiavi in mano per insediarsi. Aver tolto opere viabilistiche dalle urbanizzazioni è un bell’aiuto. Il nostro scopo ora è spingere sull’acceleratore dei nuovi insediamenti”.
Contrari alla variante Fasani, Ghidotti, Zanardi e Ceraso; astenuti Fanti e Lanfredi. Piccolo giallo, infine, sul link inviato ai commissari sei giorni fa con le tavole della variante: nessuno dei consiglieri di minoranza era riuscito a prenderne visione perchè il link non si apriva.
g.biagi