Spettacolo

Prima assoluta al Ponchielli: il 19 aprile in scena Phoenix di Philippe Kratz

Aterballetto approda al Teatro Ponchielli mercoledì 19 aprile (ore 21), con tre creazioni tra cui una prima assoluta: Phoenix del giovane e talentuoso coreografo Philippe Kratz. Andrà poi in scena 14’20’’ con la coreografia di Jirí Kylián e Bliss con la coreografia di Johan Inger. Arteballetto è una delle compagnie italiane più apprezzate e che vanta collaborazioni con i grandi coreografi internazionali.

Phoenix. Sebbene la nostra vita sembri seguire una traiettoria lineare, siamo in realtà destinati a prendere parte a un eterno movimento ciclico fatto di nascita, crescita, stasi, morte e, infine, di nuovo nascita. Che questo percorso ci veda bruciare e morire o bruciare e continuare a vivere dipende, in ultima istanza, dalla nostra capacità di entrare in contatto con la nostra forza interiore – un fenomeno che possiamo osservare sia nelle decisioni più personali della vita quotidiana che nelle maggiori conquiste della società. Ma in che modo ci colleghiamo a questa forza interiore? Forse è spingendoci oltre i nostri limiti o rischiando il nostro stesso annientamento che possiamo, con coraggio, giungere a una più ampia comprensione (e compassione) di ciò che eravamo e cosa, alla fine, potremo diventare. ?È questa l’idea alla base di Phoenix: mentre situazioni e circostanze nell’ambito della pièce possono cambiare e mutare, l’energia di chi vi prende parte rimane costante. La loro aggressività positiva, la loro assertività fisica e lo spirito giocoso resistono instancabilmente alle influenze esterne. Questa forza fondamentale sconfigge ogni fattore estraneo e spinge sempre avanti, verso la consapevolezza di un’essenza più nobile. Proprio come la fenice viene consumata dalle fiamme solo per poter rinascere da esse, ciò che ci attende una volta che avremo “attraversato le fiamme” saremo semplicemente noi stessi, in uno stato più consapevole e purificato (Philippe Kratz).

14’20’’. Il titolo 14’20” deriva semplicemente dalla durata di questo pezzo. Si tratta, infatti, di una parte dell’opera originale intitolata 27’52”. La nostra vita sembra essere scandita dal tempo – ma “tempo” è un termine molto astratto! Non sappiamo cosa sia il tempo. Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima. Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il “tempo” non esiste – Ci insegnano che il “tempo” è solo un’invenzione degli esseri umani. Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo.
14’:20’’non riguarda solo il “tempo”, ma affronta anche altri temi quali la “velocità”, l’”amore” e l’”invecchiamento”. In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile (Jirí Kylián).

Bliss. Il punto di partenza di questo nuovo spettacolo è la musica del Köln Concert di Keith Jarrett, che ha ispirato ed emozionato milioni di persone grazie al suo perfetto tempismo nell’attirare una generazione che si muoveva da una parte all’altra della propria vita. Il mio compito, insieme a quello dei danzatori, è quello di raccontare come ci relazioniamo con questa musica iconica. Nel modo in cui incontriamo questa musica con gli occhi di oggi, è presente sia una sfida compositiva che emotiva. Oggi mi è stato chiesto di dare un’idea di cosa sarà il mio lavoro, ma la verità dello spettacolo dovrà essere scoperta attraverso il mio incontro con i danzatori  e, insieme, dal nostro incontro con la musica del Köln Concert. Quindi eccoci qui, tutti quanti, non importa quale sia la nostra esperienza. Siamo “principiante” l’uno nei confronti dell’altro e nei confronti della musica che darà voce a questo nuovo incontro” (Johan Inger).

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