Tangenti per la discarica di amianto Nicoli Cristiani davanti al gip di Brescia: «Parlo, ma prima voglio leggere le carte»
– Nella foto, a sinistra il politico del Pdl Nicoli Cristiani; a destra, il procuratore aggiunto Fabio Salamone e il procuratore antimafia Pierluigi Dell’Osso mercoledì in conferenza stampa a Brescia
Si è mostrato disponibile alle dimissioni da cariche e funzioni politiche e pubbliche, nei tempi più rapidi possibili. Questa la posizione presa dal vicepresidente del consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani, arrestato nell’inchiesta bresciana (che per competenza andrà a Milano) sulla corruzione per l’autorizzazione alla discarica di amianto di Cappella Cantone (il politico del Pdl avrebbe preso una mazzetta da 100mila euro dall’imprenditore Pierluca Locatelli, tramite il dirigente Arpa Giuseppe Rotondaro). Oggi Nicoli Cristiani è arrivato davanti al giudice per le indagini preliminari Cesare Bonamartini. Si è detto «pronto ad essere interrogato da chiunque», non prima, però, di aver letto gli atti con le accuse. L’avvocato difensore, Piergiorgio Vittorini, ha fatto richiesta per ottenere gli arresti domiciliari: con le dimissioni non ci sarebbe il rischio di reiterazione del reato, e quindi l’esigenza della custodia cautelare in carcere. Contrari i pm Silvia Bonardi e Carla Canaia. Si attende nei prossimi giorni la decisione del gip.
Intanto il presidente della Regione Roberto Formigoni ha comunicato la sospensione del funzionario Arpa arrestato (anche lui per corruzione aggravata), Giuseppe Rotondaro, e ha fatto sapere di aver informato il presidente del consiglio regionale, Davide Boni, sulla sua intenzione di intervenire in aula, lunedì, per parlare dell’inchiesta.
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