Cronaca

Da lavoratrici bancarie e poliziotte un contributo per Casa di Nostra Signora

Le lavoratrici Bancarie della Fabi di Cremona e provincia e le lavoratrici della Polizia di Stato del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) di Cremona e provincia, in occasione della Giornata della donna, hanno deciso di destinare un contributo,alla Casa di Nostra Signora di Cremona a favore delle donne in situazioni di fragilità. “Sottolineiamo il ruolo del sindacato che, come attore sociale, ha il compito di porre l’attenzione su tali temi in difesa dei diritti comuni, delle conquiste legislative e normative e delle difficoltà che ancora oggi le donne trovano nel denunciare tali violenze, spesso in mancanza di un’adeguata ‘giustizia’” fanno sapere le sigle sindacali interessate. “Il significato di questo giorno sta racchiuso nell’intimo di ogni donna, così come la speranza di un mondo migliore, favorita da una maggiore presenza delle donne nella politica, nel mondo del lavoro, nella società”.

Protezione e promozione femminile sono il cuore di Casa di Nostra Signora , il palazzo di via Ettore Sacchi donato alla Diocesi dall’Istituto secolare delle Oblate di Nostra Signora del Sacro Cuore. La struttura di 3mila metri quadrati su tre piani e con giardino interno, da sempre impiegata come luogo di accoglienza e di servizi destinati al mondo femminile, continuerà a essere punto di riferimento per le donne grazie a uno specifico progetto di carattere diocesano.

Obiettivi della rinnovata Casa sono: la presa in carico di donne in situazione di fragilità (donne sole senza lavoro, donne e madri che escono da percorsi di comunità e che devono essere accompagnate verso l’autonomia); il sostegno a madri bisognose di aiuto (anche in vista della conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli della cura dei figli); l’offerta di riferimento a donne che sono in condizione temporanea di fragilità (badanti, donne straniere bisognose di orientamento in un contesto sociale estraneo); la formazione a un modo nuovo di pensare la condizione femminile (per le nuove generazioni, educatori e operatori sociali, genitori); un’offerta culturale alla città su temi attinenti la condizione femminile; l’offerta di sostegno relazionale a donne sole, soprattutto anziane.

Un progetto complesso che prenderà concretezza attorno a tre obiettivi principali, che costituiscono gli assi portanti del progetto stesso, elemento di identità, unificazione e coerenza: “educare”, “abitare” e “lavorare”. Per una donna, soprattutto sola, magari con uno o due bambini, il lavoro è condizione preliminare per acquisire una certa autonomia: senza lavoro non c’è reddito e, dunque, nemmeno la possibilità di pagarsi l’affitto. Nell’abitare, poi, c’è l’idea di una comunità di persone che rompa la solitudine, offra solidarietà e, quando occorre, dia anche una mano concreta. Educare è un verbo che riguarda tutti, uomini e donne, per acquisire gli atteggiamenti rispettosi, solidali e partecipi di cui ha bisogno una cultura e un contesto civile capaci di farsi carico dei più fragili.

Il progetto, ancora in fase di stesura, dovrebbe prevedere 7 mini-alloggi per semiautonomia e per ospiti di passaggio; 8 stanze a un letto con bagno; 15 stanze a due letti per un’accoglienza integrata di donne in condizione di disagio e donne che necessitano di una residenza temporanea. La nuova struttura, inoltre, vorrebbe offrire un’opportunità di lavoro per 8 donne con scarse competenze professionali, da avviare, nel limite del possibile, a un’occupazione esterna. Previste, inoltre, iniziative formative e culturali rivolte alla città e al territorio su temi riguardanti la condizione femminile e la responsabilità educativa.

La nuova Casa di Nostra Signora vorrebbe diventare un polo sensibile a tutti i temi della condizione femminile, capace di sospingere le diverse organizzazioni femminili della diocesi verso una progettualità sempre nuova, diventando così anche un luogo di coordinamento permanente e di collaborazione tra tutte le associazioni che, a vario titolo, operano sul territorio nel settore della formazione e promozione morale, civile e culturale della donna.

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